
Una bella serata, partecipata e divertente, come piace a noi. Ma anche puntuta, grazie alla verve polemica di Valerio M. Visintin, rintuzzato e stimolato da Luca Zanini e Tito Vagni. Vi mostriamo tre video della serata di ieri al Bea Cafè (grazie ad Andrea Ballarini per l’ospitalità), con il Visintin di nero travisato che parla della critica gastronomica e del Manifesto del recensore incappucciato, contenuto nella Guida ai ristoranti di Roma di Puntarella Rossa (Newton Compton), da poco in libreria. Il punto di partenza è questo: “Non conosco nessun critico, tra quelli famosi, che sia attendibile. Non mi fido di nessuno. C’è una rete di affari e convenienze”
Visintin: “Perché mi travesto”
“Se devo recensire un ristorante devo essere nelle condizioni di qualsiasi cliente e questo lo posso fare solo se nessuno mi conosce”.
Visintin / Come campano i critici gastronomici
“I critici prendono mancette, compensi miserabili, che non coprono le spese e inducono in tentazione, costringendo alla violazione dei principi etici. Ma siamo in pochi a sentire questo problema”.
Visintin e Vagni: gli strumenti del critico gastronomico
Tito Vagni: Il contatto con lo chef è importante perché ci consente di conoscere come è stato fatto un piatto e non solo un piatto finale”. Visintin: “Siamo clienti, quello che conta più di tutto è l’esito del lavoro. Tutta quella tecnica è funzionale al risultato. Di sapere come l’ha cotto, mi importa fino a un certo punto. Mi interessa sapere cosa è arrivato nel piatto”.