Zazà Ramen in via Solferino, a Milano. Prendi uno chef olandese (Brendan Becht), con esperienze in Italia (da Gualtiero Marchesi), un altro chef giapponese (Shoji), un socio giapponese e un direttore di sala toscano. Miscela tutto con un arredo chiaro nordico e aggiungi un pizzico di milanesità. Ed ecco a voi Ramen, il nuovo ristorante di via Solferino (dopo Pisacco, Dry, Open Baladin, un'invasione negli ultimi mesi). Che propone, appunto, il ramen, piatto tradizionale giapponese, tra i preferiti del commissario Zenigata (alias Zazà, di qui il nome), di Lupin III. Trattasi di pasta (tipo tagliolini, per intendersi, ma ovviamente diversi) in brodo, serviti con carne o pesce o verdure. Piatto sorprendente, da provare, almeno una volta. Magari non succhiando, come Zazà.
Il locale è proprio di fronte a Pisacco e si sviluppa in due sale: scegliete quella di sopra, se c'è posto (anche se pure la sala sotterranea ha una sua piacevolezza).
Questa è la sala principale con i tavoli e gli sgabelli e il grande lampadario. Il raffinato design di impianto nord-europeo è a cura dello studio Vudafieri Saverino Partners. In sala sono esposte opere che ruotano ogni sei mesi, scelte in collaborazione con la galleria Giò Marconi.
E questa è un'ala della sala sotterranea, con muri bianchi e alti, pavimenti e tavoli di legno, in stile nordico.
Eccoci al piatto forte: il ramen. Buoni i "tagliolini" fatti a mano e straordinariamente ricco di sapore il brodo.
In realtà di versioni di ramen ce ne sono molte: con pollo e friggitelli (12 euro), maiale e cavolo verza (12), manzo spinaci e rucola (13,5), anatra e zucca con buccia verde (15), verdura pomodorini e tofu (12), pesce e frutti di mare con finocchio (15).
La prima cosa da scegliere è la pasta: si può optare per la soluzione standard (farina di grano tenero 00) oppure, aggiungendo un surplus di un euro, scegliere la farina di grano tenero macinata a pietra (che ha un gusto più rustico). La seconda scelta riguarda l'aroma del brodo. Ci sono tre opzioni: Shoyu, a base di salsa di soia con profumo di katsuobushi (filetto di tonno bianco essicato), per avere un brodo ambrato; Shio, al gusto di konbu (alga secca), per un brodo chiaro; Miso, pasta di semi di soia fermentata, per un brodo dolce e "vellutato".
Niente sushi e sashimi, ma non solo ramen. Da Zazà, infatti si sono ordinare anche altri piatti. Quello che vedete in foto sono gli onigiri, polpette triangolari di riso: l'unica vera delusione della serata (secchi e insapori)
Qui ci sono invece gli Yaki tori, spiedini di cosce di pollo e porri (5 euro tre pezzi): saporiti e dolci, decisamente soddisfacenti.
In menu vini (italiani) e birre artigianali giapponesi, del birrificio Coedo. Buone, ma costose: la Kyara e la Ruri costano 9 euro a bottiglia (33). Con 15 prendete invece una bottiglia grande di Theresianer. Non manca il sakè.
Bonus: un'esperienza gastronomica originale in un ambiente piacevole. E a prezzi relativamente bassi.
Malus: non tutto in cucina è all'altezza dello splendido brodo
I voti di Puntarella Rossa
Cucina: 6,5
Ambiente: 7
Servizio: 6/7
Zazà Ramen, via Solferino 48 Milano Tel 06-36.79.90.00