Plancha Roma tel 0631072361. Entrando, si capisce subito a cosa si riferisce il nome Plancha, la cui apertura vi abbiamo raccontato qui: a quelle due grosse piastre teppanyaki, ovvero piastre giapponesi per la cottura alla griglia (a 210-230 gradi). Sopra ci finisce di tutto, dalla carne al pesce, dai noodle al formaggio. E l’altro elemento distintivo di Plancha, diretto dalla ventiquattrenne Ludovica Giordano Orsini, è l’ambiente informale, moderno ma con un tocco d’antico. Linee essenziali, colori caldi, tavolini bassi e un bancone con quattro o cinque sgabelli, dove mangiare o bere un cocktail.
In un panorama di aperture omologate, Plancha porta una ventata di novità. Non adatta a chi vuole piatti elaborati e troppo raffinati né a chi vuole una cucina tradizionale, si ispira alla Spagna e a una cucina mediterranea.
Il bancone è un buon punto di osservazione. Lo chef Gianluca Solustri, corpulento quanto basta per essere uno chef, guida le operazioni della piccola brigata alla piastra.
In sala fa gli onori di casa Oreste, giovanotto gentilissimo, anche troppo, che si siede ai tavoli dei clienti, spiega con ampi gesti il menu e illustra la filosofia del locale. Munito di due baffi a spiovere, all’insù, e di calzoni larghi, dà il suo tributo alla moda.
Del resto al bancone, il ragazzo dei cocktail è munito di regolamentare cappello di paglia bianca. Pare che non si possa più fare il cameriere (che parola desueta) o il bartender o il responsabile di sala senza avere baffi a spiovere e cappelli. Ma va bene. Il resto del personale di servizio, abbondante, si sta facendo le ossa tra i tavoli.
Simpatiche la grafica delle tovagliette di carta.
La parte finale dell’unica sala è bella ma un po’ troppo affollata di tavoli e, a pieno carico, la permanenza diventa un po’ faticosa, soprattutto per l’inquinamento acustico.
Ottimo l’asado di manzo (19 euro), con la salsa chimicurri: salsa argentina con peperoncino e aglio, ma anche con spezie come cumino e alloro. Da provare anche il petto d’anatra laccato al miele di castagno (16 euro), accompagnato da un’insalatina rinfrescante: perfetta cottura, con il miele di castagno che aggiunge alla carne un perfetto odore di legno, dolce e acre.
Tra gli antipasti, il classico tomino di capra alla piastra viene arricchito qui da un chutney di pomodoro e zenzero: sapori agrodolci intensi, forse un po’ invadenti, ma comunque piacevoli. Tra gli altri starter, il battuto di manzo (8 euro), chevice di spigola (11), la tartare di ombrina (10), e l’uovo all’occhio di bue con fonduta di parmigiano e asparagi (8).
In menu troviamo anche molti spiedini alla plancha di carne o di pesce (da 7 a 10 euro). Tra i piatti principali, gamberoni (13), tataki di tonno (18, in foto), dadolata di maiale (15), tagliata di pollo (13) e beef burger (9). I cocktail costano 10 euro. Le patate arrosto sono un trionfo di sapore, anche perché vengono cotte sulla piastra e si intingono di tutto il sapore restato dagli altri piatti.
La carta dei vini comprende alcune etichette “dal mondo”, con attenzione particolare a Spagna e Argentina. Peccato per i vini alla mescita: solo un bianco e un rosso, da scegliere (un Vermentino di Gallura e un Cannonau)
I prezzi non sono particolarmente moderati: al posto del coperto, il solito cestino di pane, a 2,5 euro
C’è anche una carta dei cocktail, da 8 a 10 euro.