Cafè Gorille Milano. Sta all’Isola, proprio di fronte al Bosco verticale (di fianco al Ratanà e al grattacielo Unicredit) e si sviluppa, bizzarrie dell’urbanistica, in orizzontale. Il Cafè Gorille è una bella sorpresa della nuova via De Castilia e si conferma una delle migliori novità dell’anno all’Isola, tra parchi e grattacieli. Un bistrot perfetto per una prima colazione, ma anche per un pranzo e per una cena (a dispetta del nome fuorviante, Cafè). Ambiente giovane, moderno, rilassato, diviso in tre zone: una prima sala (la meno consigliabile) all’ingresso, seguita dall’area centrale, munita di bancone di bar e tavolone sociale ovale, e infine la terza, la migliore, con i tavolini e i muri a mattoncino.
Se vi state chiedendo cosa sia il Gorille, le ipotesi sono tante, scegliete voi la preferita: può essere una citazione del gorilla di De Andrè, in versione francese (del resto l’originale è di George Brassens). Francesismo che si giustifica anche con la nazionalità, d’oltralpe, della moglie del proprietario, Emanuele Coronini (l’altra proprietaria è Paola Andreoni). Ma visto che siamo di fronte ai grattacieli, un King Kong in circolazione ci sta tutto.
Il design del Cafè Gorille Milano è stato studiato dallo studio Lovli e da Chiara Mangiarotti, che hanno recuperato una casa di corte di fine ‘800. Intonaci grezzi, piastrelle cementine originarie dell’800 e mattoni a vista si alternano all’uso di materiali moderni: parquet industriale, resina cementizia e lampade a filamento di carbonio che incombono sui tavoli. Le sedie sono in legno chiaro con tubolare in ferro nero. Un mix piacevole e moderno.
Detto questo, il Gorille ha una cucina italo-francese si distingue per l’uso di ottime materia prime e per un menu snello e moderatamente economico. Lo chef è Alessandro Rulli, che si è fatto le ossa in un posticino piuttosto noto, il Noma di Copenaghen. Pochi piatti, ma ottimi, tando da collocarsi su una fascia medio-alta di qualità. Basta assaggiare il loro prosciutto di maiale nero di Parma con crostini di pane (10 euro). O i tortelloni con crema di piselli, catalogna e ricotta (12).
O ancora, la tenerissima (15 euro). Il foie gras è fatto in casa e il formaggio Roquefort è della Vieux Berger, azienda a conduzione familiare dell’Aveyron. Tra gli altri piatti (ma c’è molta rotazione), zuppa di rapa bianca con semi di lino (5 euro), zuppa islandese ai gamberi (6), escargots alla bourguignon (8), roquefort e mela verde (8), camembert al forno (9), amatriciana (10 euro), salmone fumè con farro e verdure saltate (15), cappello del prete lessato con patate al rosmarino e mostarda cremonese (15).
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Il caffè con i dolcini è la morte sua, e nostra, e usciti, ci starebbe tutta una corsetta nel bosco. Ma purtroppo è verticale e inaccessibile e così si opta per un buon cocktail, per chiudere in bellezza la serata.
Ottimo al Cafè Gorille Milano anche la colazione: brioche ai frutti di bosco e marmellata a volontà. A pranzo i primi costano 10 euro e i secondi 12 euro (dolci a 5).