Avendo sentito in giro qualche brutta voce sul recente corso del ristorante Taverna Trilussa (prezzi saliti, qualità scesa), Agrette Sauvage era andato a fare un check up di quello che un tempo era la culla della sua romanità, luogo d'elezione di puntarelle e gricie. A un tratto l'habitat amniotico di pecorino e guanciale si è come crepato quando all'orizzonte del nostro è apparso un frammento di storia dello sport mondiale: Carl Lewis.
L'immagine era da Pulitzer. Il figlio del vento, nemmeno troppo imbolsito, con qualche capello bianco ma riconoscibilissimo con quella faccia da leprotto furbo era lì, a un passo dall'orgasmo, davanti a una padellona da cinquanta centimetri ricolma di gricia. Agrette ha cercato di cogliere al volo l'occasione, ha indossato i panni del Pizzi di Dagospia e ha tentato un scatto (in senso fotografico che nell'altro senso non avrebbe potuto, non in quella situazione).
Respinto con perdite. Una signora, quella che accompagnava il Figlio del vento, repentina, si è frapposta. "Sa è una questione di immagine, se vuole dopo cena può fare una foto insieme con lui". "In effetti l'eroe dei cento metri ingolfato di bucatini non è un granché come immagine", osserva un vicino di tavolo. Sdegnato dal rifiuto e dall'inaccettabile attacco all'immagine dei bucatini , Agrette ha rifiutato di fare la foto in posa e ne ha rubate un paio. E adesso, a mo' di atto vandalico, pubblica per intero il menu della cena di Carl Lewis: Ricottina di bufala, d'attesa Tris di antipasti della casa (con l'ottimo guancialetto all'aceto balsamico)
Poker di primi alla romana (assaggi – in realtà porzioni – di gricia, cacio e pepe, amatriciana e carbonara) Saltimbocca Sgroppino Caffè 1 boccia di Satrico Casale del giglio 1 boccia di Mater Matuta
Ps: quanto al check up, la Taverna sembra sempre uguale a se stessa, molto romana, un po' chiassosa, conto saporito come la cacio e pepe, e gricia benedetta.