Stazione di Posta e Israele, blitz pro-Palestina. E’ successo domenica, all’improvviso. Un gruppo di attivisti pro Palestina ha fatto irruzione nel ristorante Stazione di Posta. Mezz’ora di contestazione, davanti ai clienti sbigottiti, con distribuzione di volantini che accusano lo chef Marco Martini (assente al momento del blitz) di essere “complice del colonialismo israeliano“. Martini, giovane chef stellato e pluripremiato, è “colpevole”, per gli attivisti, di aver aderito ai “Round Tables Tel Aviv“, l’iniziativa culinaria che si tiene in questi giorni in Israele. In pochi minuti, è arrivata la polizia per riportare la calma. “Un’azione dimostrativa pacifica”, lamentano gli attivisti, bloccata da “uno spropositato e inutile intervento delle forze di polizia, carabinieri e Digos mobilitato dal ristorante”.
A inaugurare i Round Tables sarà proprio lo chef di Stazione di Posta Marco Martini, per una serie di appuntamenti, tutti sold out, fino al 5 novembre a quattro mani con Meir Adoni, chef di Lumina, famoso ristorante di cucina kosher.
L’azione dimostrativa segue la lettera con cui 130 associazioni solidali con la Palestina avevano chiesto agli chef invitati “di riconsiderare la partecipazione a questa iniziativa volta a utilizzare l’alta cucina per mascherare la negazione da parte di Israele dei diritti fondamentali dei palestinesi“.
In questi giorni si è molto parlato di un’altra iniziativa, in un’altra città di Israele, Kfar Vitkin, organizzato dall’ Hummus Bar di Kobi Tzafrir. “Humus for peace” è l’idea con cui si propone il 50% di sconto ai tavoli in cui siedono insieme arabi ed ebrei, allo scopo di promuovere l’integrazione tra Israele e Palestina.