
La colazione di Pasqua 2015 a Roma. Il primo pasto della mattina di Pasqua, nelle famiglie romane tradizionali, consiste in una tavolata abbondante, preludio del pranzo di festa, costellata da numerose portate non proprio dietetiche. Una colazione che somiglia da vicino a un pranzo. Questo rito dalle profonde radici, fa sbizzarrire le cuoche di casa, che si cimentano giorni prima nelle minuziosa preparazione. Claudio Gargioli, il bravo chef di Armando al Pantheon ci consiglia il suo menu per la colazione tradizionale romana, con qualche consiglio per il capretto brodettato.
Chi non è avvezzo alla colazione di Pasqua, tipica della tradizione romana e del Lazio, probabilmente trasalirà alla vista di una grande tavolata imbandita, con tanto di tovaglia e posate, per il primo pasto della giornata. La colazione di Pasqua è un pasto particolarmente sentito a Roma, che quasi supera di importanza il classico pranzo da abbuffata. Il menu varia da famiglia in famiglia e comprende portate non proprio da dieta: pizza sbattuta, frittata di carciofi, coratella con i carciofi, uova sode e pizza cresciuta in accompagnamento alla corallina, il tipico salume dell'Umbria e Lazio. Lo chef Claudio Gargioli, patron di Armando al Pantheon e "ambasciatore" della cucina tradizionale romana (ha scritto Menu letterario tipico romano), ci dà alcune linee guida sul menu della colazione di Pasqua.
Per iniziare la giornata, lo chef consiglia di aprire le danze con la frittata di asparagi selvatici, con "tante uova, formaggio fresco (meglio se primosale) e salsiccia". A seguire corallina accompagnata da uova sode. Per una buona preparazione al pranzo è "vitale", oltre che all'abbacchio, il capretto brodettato, cotto in casseruola, aromatizzato con maggiorana, guanciale e un po' di vino. Il segreto? Un battuto di uova, limone e prezzemolo che dovrà "nappare" insieme al capretto per fondersi in un'unica entità; come colpo finale un'ultima grattatina di buccia di limone.
Sta a voi decidere se seguire le pillole di saggezza dello chef o dare libero sfogo al vostro estro culinario, rispettando la tradizione romana (che per una volta non potrà farvi male).