I ristoranti aprono il 1 giugno, ma Cracco chiede i tamponi per il personale

I ristoranti aprono il 1 giugno, ma Cracco chiede i tamponi per il personale. Alla fine, il termine è slittato dal 18 maggio al 1 giugno. Con il contentino dell’asporto consentito già dal 4 maggio. Il calvario del mondo della. ristorazione continua, con tempi che si allungano e restano incerti, come totalmente nebulose sono le misure che si dovranno rispettare, le regole che consentiranno una ripresa che sarà comunque difficile, economicamente poco vantaggiosa e non proprio entusiasmante.

In tutto questo Carlo Cracco,  in un’intervista a Repubblica,  dice la sua. Non crede che abbiano granché senso le misure di distanziamento nei ristoranti: “Ma quale distanza…voi pensate che si risolva tutto così?”. Ed è difficile dargli torto. Per Cracco sarebbe necessario fare i tamponi a tutto il personale. Per “offrire garanzie” vere al personale e ai clienti. Non che questa sia una garanzia totale, come dimostrano le cronache e le mille interviste agli esperti che ti spiegano come puoi essere negativo al tampone oggi e positivo domani. In attesa di test sierologici efficaci sugli anticorpi, il mondo scientifico è diviso. Certo, effettuare i tamponi darebbe un minimo di sicurezza in più. Ma basterà?

Cracco poi dice le solite cose che dicono tutti in questo periodo. Si farà fatica, “ci vorranno un paio d’anni per tornare come prima”. E bisogna puntare sulla digitalizzazione e sulle vendite online. I prezzi no, quelli rimarranno prezzi alla Cracco, che “gli chef devono sapere far da mangiare bene per 10, 100, 1000 euro” e lui per 1000, naturalmente. Per non starsene con le mani in mano, Cracco si è inventato un nuovo dolce, il Pan Mugnaga, pane dolce all’albicocca rivisitato.