
Bencò a Roma si trasforma in osteria calabrese. Il locale di Prati, aperto a inizio 2020, cambia format raccontandosi attraverso piatti tipici, materie prime e vini del territorio.
Alla fine di febbraio 2020 Bencò fa il suo debutto sulla scena gastronomica romana. Il quartiere? Prati ovviamente, negli ultimi anni più che mai fucina di progetti. Tra questi il locale di Manuel Bennardo, che ha voluto portare i sapori della sua terra (è originario di Rossano Calabro) nella Capitale, in via Fabio Massimo 101.
Una cucina moderna di mare e terra, calorosamente mediterranea, che negli anni si è evoluta ma sempre mettendo al centro la Calabria e i suoi prodotti. Fino alla decisione di trasformarsi in Osteria Calabrese, per esprimere al meglio le proprie radici: “Volevo trovare la dimensione più corretta all’idea di cucina calabrese con cui sono cresciuto – racconta Manuel -. Qui le ricette della nonna non sono una formula da storytelling, ma tutte vere. Il mio sogno è sempre stato quello di raccontare la mia terra attraverso i suoi sapori, quelli autentici, quelli con cui sono cresciuto e che per ogni calabrese sono immediatamente riconoscibili”.
Bencò a Roma diventa Osteria Calabrese

Va da sé che le materie prime calabresi sono, più che mai, le vere protagoniste di questo nuovo corso di Bencò. “Sono un grande appassionato di cucina oltre che di Calabria – prosegue Manuel, che ha anche ideato il menu -. Mi piace andare alla ricerca delle materie prime migliori e più iconiche, come la ‘nduja di Spilinga, l’olio extra vergine d’oliva, il baccalà, i salumi di suino nero o i formaggi pecorini dei nostri altipiani. Ogni piatto prende spunto dalla cucina di casa, quella di nonna soprattutto che a modo suo è stata la mia diretta consulente. Ogni ricetta è stata messa a punto con la brigata, riadattata in chiave contemporanea, ma senza far perdere ai piatti la loro tipicità e il loro carattere. Perché è proprio il carattere di questa cucina contadina che voglio trasmettere a chi si siede qui da noi”.
Bencò può ospitare 40 coperti interni, 25 esterno e circa una decina di posti nella cantina con saletta privata.
Cosa si mangia da Bencò a Roma

Il menu non è affatto ristretto, anzi. Diverse opzioni tra cui scegliere oltre a piatti del mese che cambiano in base alla stagione e alla reperibilità della materia prima.
Gli antipasti sono ricchi e golosi. Si parte con la selezione di salumi (‘nduja, soppressata, salsiccia e capocollo, filetto di maiale) e formaggi regionali (5-22 euro) come caciocavallo silano e il pecorino calabrese stagionato, che arrivano dalle aziende Madeo e Parrilla. E poi polpette di melanzane (in versione stecco, 6 euro), polpette della Nonna (10) e alici scattiate (9).

Tanta tradizione soprattutto nei primi piatti (12-16 euro), con la stroncatura alici, capperi e olive, ricetta tradizionale, che arriva dalla zona di Gioia Tauro e che riporta in vita un formato di pasta contadina, fatto alle origini con gli scarti della molitura – crusca, semola, sfarinati di segale e farro, farina di orzo. Da qui si otteneva una pasta più scura rispetto a quella di grano duro e più acida. Oggi si fa con la segale e il grano saraceno, ma il condimento è rimasto lo stesso. Ma ci sono anche lo spaghettone “alla corte d’assise” tipica ricetta di Gerace, semplicissima e a base di pomodoro, pecorino e peperoncino o Lagane e ceci. “Abbiamo voluto ospitare nel menu anche i primi della tradizione romana, omaggio alla città – aggiunge Manuel – ma con una nostra licenza poetica, l’aggiunta di ‘nduja, che a quanto pare ha convinto anche i romani più scettici”.

E poi ancora il baccalà, pomodori e olive (18), servito in un piatto di coccio, la salsiccia di maialino nero calabrese, la costata di podolica dell’Azienda Bioagricola La Sulla (25).
Calabria anche nei dolci (5-7 euro) con il tartufo di Pizzo e cullurielli (questi ultimi ciambelle fritte a base di patate e farina servite con una crema di nocciola).
Cosa si beve da Bencò a Roma
“Abbiamo voluto una carta dei vini che parlasse calabrese al 100% e rappresentasse tutte le zone di produzione della Calabria, dal Cirò, che è quella più conosciuta, alla Costa degli Dei, terra di Zibibbo e Magliocco Canino, passando per l’area grecanica con il suo Mantonico o il Greco di Bianco, toccando poi la zona del Savuto e l’area della Doc Terra di Cosenza con il Magliocco dolce, il Pecorello” spiega Manuel. Una scelta coerente con il menu e con la volontà di far conoscere questa regione, anche dal punto di vista enologico che invece regala belle sorprese grazie al lavoro di bravi vignaioli. Allo stesso tempo una scelta coraggiosa (forse l’unico caso a Roma). Nella carta i vini sono suddivisi per zona, sempre diversi in base alle stagioni e al menu, a cui si aggiunge il vino del mese pensato per ospitare i produttori e organizzare dei momenti di degustazione dedicati. Bencò è anche enoteca, quindi tutti i vini in carta saranno anche presenti a scaffale per essere acquistati.
Bencò – Osteria Calabrese. Via Fabio Massimo 101, Roma. Tel. 06 3972 8933. Sito. Facebook. Instagram
Aperto tutti i giorni a pranzo e a cena, chiuso il lunedì