Ego a Roma. Beatrice Venturini e Lorenzo De Lio sono quello che viene naturale definire “l’accoppiata perfetta”. Compagni di lavoro e nella vita, sono giovani (entrambi under 30), hanno talento, hanno fatto un sacco di esperienze in giro per il mondo e sono le due anime – complementari – di Ego, il ristorante che hanno aperto il 1° marzo 2024 in via Etruria. Complementari perché lei sta in sala e lui in cucina, complementari anche per i diversi modi di fare, ma con la stessa passione ed energia. E il risultato finale è una bella promessa per la ristorazione romana.
Le storie di Beatrice e Lorenzo
Seppur giovani, 26 anni Beatrice (di Lodi) e 28 Lorenzo (di Roma), i due hanno alle spalle importanti esperienze, difficili da sintetizzare in poche righe. Entrambi hanno frequentato l’Alma a Parma, ma non si sono mai incontrati da studenti. Lei passa quattro anni alla Madonnina del Pescatore a Senigallia, poi Udine e Bilbao, lui fa un’esperienza a Roma da Bistrot 64, arriva in Spagna, prima nella cucina del Mugaritz e dopo da DiverXO, dove lavora per cinque anni e dove incontra Beatrice. Insieme continuano le loro esperienze tra Thailandia, Zurigo e infine fanno un viaggio itinerante zaino in spalla negli Stati Uniti, che poi li conduce per sei mesi alla scoperta del Messico, a bordo di un furgone, per conoscerne la cucina, la cultura e vivere davvero il posto, “abbiamo dormito nei luoghi più assurdi e mangiato di tutto”, scherzano.
Fin dal primo incontro, ogni tappa del percorso che poi hanno deciso di intraprendere insieme li ha resi sempre più convinti di voler costruire qualcosa di loro, “il nostro sogno”, dicono. Dopo il Messico, tornano in Italia e iniziano a cercare a Milano, poi virano su Roma, quasi per caso, ma è proprio qui che Ego prende forma: “Un nostro investimento, quello che abbiamo fatto è il frutto del lavoro di anni”.
Com’è Ego
Ego è un locale intimo, appena 8 tavoli, per un massimo di 18 coperti, “lo volevamo proprio così”. Un ambiente semplice, curato, senza orpelli, con bianco e nero a contrasto, una mise en place essenziale e non formale: si mangia con le mani, con forchetta e coltello, ma anche con le pinze. “Al momento la giusta dimensione per il tipo di cucina che proponiamo – dicono Beatrice e Lorenzo – che ci permette di servire il cliente come noi vogliamo”. E il nome? “Ego è l’io, la coscienza di sapere ciò che sei, e lo abbiamo scelto perché rappresenta noi, le nostre passioni. È un luogo molto personale, somma di tutte le nostre esperienze, quello che ci piace, della ricerca che ci ha portato a essere ciò che siamo e ciò che vogliamo mostrare”. Mostrare, dunque, l’estroso talento di Lorenzo in cucina, l’eleganza di Beatrice che possiede, innata, la dote dell’accoglienza.
La cucina di Ego
Definire la cucina di Ego non è semplice. Viste le esperienze, non mancano le influenze da Messico, Giappone, Cina, Singapore. Ci sono ovviamente anche Italia e Spagna. Ma non si tratta di semplice contaminazione, limitandosi ad accostare ingredienti diversi, piuttosto trovare il legame che li metta in equilibrio, rielaborando ricette classiche e soprattutto osando, per stimolare la curiosità: “La nostra aspirazione è rendere questo un punto di incontro fra culture”. Filo conduttore, e segno distintivo di Lorenzo, sono i soffritti (eredità di DiverXO): “Per i miei piatti faccio soffritti che cuociono anche per ore. Per me sono l’anima di una salsa e quindi della cucina”.
La proposta si struttura in tre percorsi degustazione: Allegretto da cinque portate (65 euro), Adagio da otto portate (85 euro) e poi Vivace (45 euro), il più ridotto, tre portate scelte dallo chef ma in base alle richieste del cliente.
Il menu è dinamico e cambierà spesso, ma non nella sua totalità. “I piatti evolvono, ci sarà sempre una nuova versione”. Una cucina senza vincoli, diretta, che gioca con spezie, salse e consistenze, spinta anche nei sapori, come quelli del raviolo di chicken masala e peperoni, con curry a base di latte di cocco, che unisce Roma, India e Thailandia in un solo boccone. O i dumpling di coda alla vaccinara, con il richiamo alle radici sempre forte, ma riproposto in maniera originale e personale. E ancora, il divertente amuse-bouche di croqueta alla carbonara (dove croqueta è volutamente scritto in spagnolo).
Una cucina poco definibile, dicevamo, per questo ancora più apprezzabile perché permette ogni volta di vivere un’esperienza diversa, ed è forse la sfida più grande per la giovane coppia: saper comunicare nel modo corretto il loro lavoro all’ospite. Come lo spiegare i tanti ingredienti internazionali, sconosciuti a molti, o la scelta precisa e netta di non servire il pane, “ci piace se fatto bene, ma non rientra nel nostro percorso degustazione”.
I vini di Ego
Una cucina sfaccettata per una carta dei vini che lo è altrettanto. “In carta ho messo un po’ di tutto, senza limiti, per coerenza verso il menu” spiega Beatrice. “Sono partita dalle cose mi piacciono, ho una preferenza per i vini naturali, non troppo estremi, ma apprezzo chi lavora bene in vigna, secondo l’equilibrio della natura”. Circa 40-50 etichette che ruoteranno spesso: tanta Italia e poi si va all’estero, Spagna, Francia, Germania, Austria, ma ci sono anche proposte che arrivano dal Sud America, Georgia, Armenia, che permettono abbinamenti nient’affatto scontati.
Ego. Via Etruria 35, Roma. Tel. 342 5470485. Sito. Instagram
Aperto dal lunedì al sabato a cena, sabato anche a pranzo. Domenica chiuso.