
Cappuccino a sei euro a Milano, non si starà esagerando? Vado a provare la nuova pasticceria di piazza Cordusio, proprio di fianco al palazzo delle Poste, occupato manu militari da quell’immenso ufficio postale di frappuccini e muffin che è lo Starbucks. Si chiama Gioia pasticceria e siccome ci sono i saldi e tocca andare da Uniqlo, che dice che si risparmia, allora perché non provare questo nuovo caffè-pasticceria?
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E allora eccoci qui a Palazzo Cordusio. Entriamo e ci troviamo in un ambiente piccolo ed elegantino, con le solite poltroncine di velluto, un bancone con qualche brioche e qualche pizzetta, due grandi specchi anticati, le pareti blu come il lungo divano appoggiato al muro. Scopro solo lì che si tratta di una dépendence dell’hotel Melià. E’ il primo tassello del comparto food dell’hotel, che comprende il cocktail bar di Giancarlo Mancino, il ristorante giapponese Sachi diretto dallo chef Moon Kyung Soo, e il ristorante Isola sul rooftop.
Siamo qui en passant, per una colazione volante e per riscaldarci dal gelo devastante della mattinata di gennaio. E così prendiamo due cappuccini e una brioche. Anzi un cubo, una sorta di brioche a parallelepipedo, con ripieno di crema di nocciola e bordi croccante. Buona, niente da dire, del resto la fa un maestro pasticcere, Fabio Bertoni. Anche i cappuccini si fanno bere.
La schiuma, però, ci torna su quando andiamo a pagare. Lo scontrino recita 15,5 euro. Nel dettaglio fa 3,5 euro il lievitato cubico e 6 euro ogni tazzulella di cappuccino. Sei euro. Sei euro? Se ricordiamo bene dall’egiziano di zona piazza Piola lo paghiamo due euro, sedendoci comodamente. Va bene, dice, ma qui sei in Cordusio, a due passi dal Duomo. D’accordo, ma sei euro? Manco fosse Cracco. Ah, a proposito, entriamo in Galleria e superati i dodicimila negozi di haute couture, ecco proprio Cracco. Leggiamo il menu: cappuccino, sei euro. Ma poverino, Cracco in Galleria pare che abbia 7 milioni di debiti, è giusto aiutarlo un po’.
Ecco. Evidentemente i prezzi della zona si sono uniformati, a beneficio (o maleficio) delle turiste con jijab, atterrate direttamente da Riad, e da altre categorie di turisti molto danarosi. E’ normale? Forse sì. E’ come lamentarsi del prezzo del caffè al Caffè Quadri. Pagano un affitto esorbitante per essere lì e se vuoi prendere un cappuccino da quelle parti devi sborsare sei euro. Nessun segreto, ti diranno gli anti populisti, c’è scritto in menu, se non volevi spendere, andavi in Piola. Ok, diranno i populisti, ma sei euro sono una cifra spaventosa. Quasi un pantalone da Uniqlo. E sapete quanto fa un caffè? Cinque euro (il tramezzino 12). Certo, uno specialty, ma sempre cinque sono. E poi a Roma, in piazza Navona, il paradiso della bellezza, quando costa un cappuccino? Qui si urla al furto, ma alla fine il cappuccino in centro a Roma costa 4 euro, 2 in meno che a Milano.
* ah alla fine, comunque, non abbiamo comprato nulla: avevamo finito il nostro budget quotidiano.