Gelato e vino, ma anche design / DesWine – Seconda Puntata
C’era una volta la signora Stracciatella. Entrò in una gelateria e chiese un cono alla stracciatella. Uscì dal negozio con un affare sbilenco e colante, e l’animo scocciato. Qualche minuto dopo, finito il ridicolo cono, tornò dentro. “Non ho mai visto un cono più caro e più brutto ma era talmente buono che ne vorrei un altro” disse allargando il volto in un ampio sorriso.
Questa storia me la racconta qualche giorno fa Guido Martinetti, ex proprietario di Grom, quando gli chiedo quali sono state le “tappe emotive” del suo successo. Un successo che oggi vede i frutti in un nuovo progetto, legato ancora una volta alla natura, ma anche al vino e al design: l’azienda Mura Mura e lo splendido relais annesso, Le Marne.
Se l’emozione è il ponte ideale che a mio avviso unisce vino e design, qui l’uno contamina l’altro creando un’armonia elegante in cui il lusso è sussurrato e non esibito, e la struttura si integra nella natura lasciando al paesaggio il compito di stupire.
A Mura Mura –a Montegrosso d’Asti – piano piano in lingua malgascia – si respira un senso di pace e tranquillità che pervade fin dall’arrivo. La reception, dove spiccano immediatamente alcuni pezzi di design, ha però nella grande finestra verticale la sua iconicità. Un ampio squarcio nel muro che incornicia il paesaggio come un quadro e ammicca al Monte Rosa in lontananza.
Grandi vetrate e finestre anche nelle suite, per non perdere nulla della natura circostante, da ammirare in ogni angolo. E in mezzo alla mia camera, la boteriana poltrona UP di Gaetano Pesce, ingombrante e inconsueta in quel contesto, risulta perfetta per osservare placidamente i vigneti oltre il vetro e la cantina nascosta dal manto inerbito della sua calotta. In giro qua e là anche divertenti e iconici pezzi di design di Riva1920, dallo scanzonato bassotto Ugo allo sgabello Dadone fino allo splendido tavolo in legno Kauri – legno pregiato neozelandese di 50.000 anni – che punteggiano la struttura come un leit motiv.
Il legno è declinato ancora negli arredi di precisa eleganza creati da Oliver Tomasuolo (Materia Design). E lo ritroviamo nel ristorante Radici, con i tavoli su misura in cui sono incastonate come gemme alcune mattonelle di cotto (Cotto Etrusco) e, sul soffitto a volte, una grande luna, la Moonlight di Davide Groppi.
Il design si mescola persino ai vigneti e alla natura con l’unica camera che non rientra nelle due cascine ristrutturate ma che è invece sospesa tra i filari, evoluzione elegante della classica casetta sull’albero.
In questo piccolo mondo antico punteggiato da schizzi di modernità nasce la cantina Mura Mura che, come per il relais, presenta due anime, quella rigorosa dei vini di Langa e quella più fantasiosa dei vini del Monferrato. Lo stesso parallelismo lo ritroviamo nelle suite, da una parte quelle “rigorose” dei poeti, dall’altra quelle più fantasiose degli artisti.
Come si passi dal gelato al vino è presto detto. Tra i momenti emotivi, mi racconta Guido, un altro è proprio la vista della prestigiosa vigna San Lorenzo di Angelo Gaja, ancora prima dell’intuizione del gelato, un imprinting che lo porta a laurearsi in Enologia con l’idea di fare vino.
Poi la scelta di un’altra materia prima da lavorare, ma sempre con lo stesso rigore, per puntare sulla qualità e sulla purezza. E poi, venduto Grom e finita l’avventura del gelato (forse…), il sogno che torna e si realizza grazie alla stessa tenacia e all’ottimismo convinto che lo porta a coltivare uve.
Ho riassaggiato con lui tutti i suoi vini e uno in particolare, il Barbaresco Starderi 2019, degustato l’anno prima con Daniele Cernilli (DoctorWine), così entusiasta da premiare l’azienda come Produttore Emergente.
E in effetti Mura Mura, con il suo significato intrinseco di vita lenta e di cura per ciò che ha valore, ha portato nel calice, grazie a un’attenzione certosina al vigneto e alla natura, un Barbaresco profondo, netto ed elegante. Dal corpo caldo e avvolgente, il tannino cesellato e una lunga persistenza.
E tra un calice e l’altro si continua a parlare di passioni. Perché la vita è fatta di corsi e di ricorsi, di amori che, come onde, indietreggiano per poi irrompere fragorosi nuovamente. E dunque, “perché resistere?”. Oggi il vino è il presente – e sarà futuro visti i primi “fragorosi” risultati – ma il gelato non può rimanere solo passato.
Azienda agricola Mura Mura, Montegrosso d’Asti e Relais Le Marne Strada Pasquana 5 Costigliole d’Asti
Qui trovi la prima puntata di DesWine, la nuova rubrica di Vino e Design.