
Bar Sota a Roma. Un format che rompe gli schemi, quello al civico 55 di via della Frezza. Si tratta di Bar Sota, vicino di casa di Ninù e non troppo distante dal Bulgari Hotel, con il ristorante di Niko Romito, e dal Donna E all’interno dell’Elizabeth Unique Hotel. A dar vita a questo progetto, il giovane Filippo Calabresi, romano classe ’90, affiancato dalla moglie Francesca e dai fratelli Maria Cecilia e Guglielmo.
L’idea era quella di creare uno spazio “in cui esporre le nostre cose preferite, connesse al design, alla moda, all’arte e coniugare la nostra passione del mangiare e bere bene”, ci racconta Filippo. “Abbiamo scelto tre locali adiacenti in via della Frezza. Il progetto è partito a febbraio 2022 con l’apertura del primo negozio, il Sota Store al civico 52, per la vendita di pezzi vintage, sneakers, abbigliamento, ma anche orologi, ceramiche; il secondo spazio, un archivio per esposizioni di collezioni storiche è invece aperto solo su appuntamento da novembre 2023. L’ultimo spazio, lo abbiamo riservato sin da subito al bar”. Non a caso Sota è proprio l’acronimo di “State of the Art“.
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Il format di Bar Sota
Bar Sota nasce dall’esigenza degli altri due spazi di “ospitare come a casa artisti e designer in visita, dando però vita ad un luogo che offra un’esperienza accogliente e inclusiva per tutti i clienti; una vera dicotomia rispetto agli altri due spazi più esclusivi”. Il restyling degli spazi è stato messo a punto dall’architetto Andrea Branca del Brancalab, che ne ha curato i dettagli nell’ottica di trasmettere la filosofia di condivisione. A valorizzare l’ambiente un tavolo sociale con cucina a vista e illuminazioni sospese ultra moderne.
Aperto dal martedì alla domenica dalle 8.30 alle 16.30, mentre venerdì e sabato anche dalle 18.30 alle 22.30, il locale ha due anime. Quella diurna, dall’assetto americano, dove smash burger e hot dog dominano la scena. Infatti, Filippo e Francesca, dopo alcuni anni vissuti a New York, hanno voluto portare a Roma lo street food americano affiancandolo a specialty coffee, succhi e soft drink. Poi c’è l’anima serale, dove Bar Sota cambia volto ed entrano in gioco il dining club, le degustazioni di vini e i drink curati da Fischio.
Il menu del mattino
In carta si parte con una sezione dedicata ai bun, smash burger (da 8 a 15 euro), hot dog (9 euro). Tra gli smashed ci sono il classico con burger di manzo, cetriolini, cipolla, salsa sota, il cheese con aggiunta di cheddar rispetto al classico e il bacon cheese. Per tutti e tre gli smashed si può richiedere la versione doppia. Oltre ad una versione veggie con formaggio Dobbiaco, uovo, cipolla e salsa sota, sono stati messi a punto dei bun più “gourmet”, come quello alla cacciatora, con pollo sfilacciato, salsa alla cacciatora, olio al rosmarino, salvia al forno o quello con agnello e carciofi e vinaigrette alle erbe. La carne arriva da fornitori di fiducia, con i burger elaborati con le percentuali di grasso coerenti con la versione americana dello smashed. Il bun invece “lo prepariamo tutti i pomeriggi per il giorno dopo, utilizzando un impasto con il kefir, che è lo stesso per i bun sia dolci che salati”.
Ci sono poi i bun-goccioli, altra specialità di Bar Sota, sia in versione classica con gocce di cioccolato, che da riempire con panna o creme (da 3 a 6 euro). Oltre i bun, i tramezzini, con pancarrè fatto in casa, tra cui quello con vitello tonnato e quello con alici, puntarelle e stracchino di capra. Spazio anche alle torte carrot plumcake, pumpkin bread e brownie (da 5 a 6 euro). Infine, alternative internazionali come uova e bacon, toast con prosciutto cotto e formaggio e il club sandwich con bacon, prosciutto cotto, pollo, pomodoro, insalata, maionese (14 euro). In cucina c’è lo chef Matteo Militello che serve tutte le proposte in carta dall’apertura alla chiusura. Ogni mese, ci sarà la possibilità di assaggiare un bun speciale, in edizione limitata, che segue la stagionalità degli ingredienti.
Interessante la parte beverage, con lo specialty coffee targato Ialty, una torrefazione a Barolo. Per i due specialty in carta Uganda ed Ethiopia, l’estrazione avviene tramite moccamaster e aeropress. Ci sono poi succhi, kombucha e le birre di Rebels. Non c’è traccia di vino nella proposta diurna, presente invece la sera.
Il dining club, le degustazioni e l’anima serale di Bar Sota
Il locale apre anche la sera il venerdì e il sabato. Si possono ordinare due cocktail pensati e composti da Fischio in esclusiva per Bar Sota. C’è l’aperitivo con Bitter Select, bianco dry tagli Vergano, Cinzano, Dolin, soda, acido citrico e malico. Il long drink invece è composto da gin London Dry Gin Broker’s, acido citrico e malico, sciroppo di zenzero, aromatic bitters, cynar e soda.
Bar Sota inoltre si trasforma in pop up ospitando chef e sommelier per eventi speciali. Nonostante l’inaugurazione fissata il 1° dicembre, il 23 novembre si è già dato il via al primo dining club, ospitando gli chef Guglielmo Chiaparini e Francesco Dolcetta di FEG per tre serate speciali con un menu degustazione e vini in abbinamento da tutto il mondo. In programma già altre serate, come quella del 30 novembre con Sushi Society e del 3 dicembre con ospiti i ragazzi di Barred per un sunday party con una birra Rebels dedicata all’evento.
Infine, una giornata al mese sarà dedicata al vino, la grande passione di Filippo, già produttore e distributore; si parte il 10 dicembre con una degustazione-conversazione con Mattia Vita. “Per questi eventi verrà creato un menu in abbinamento tendenzialmente asiatico con gyoza, bao e verdure fermentate, tutti piatti che ci portiamo dai nostri viaggi in Oriente”.
Bar Sota. Via della Frezza 55, Roma. Sito. Instagram