
Dove mangiare in Alsazia vicino a Colmar, le visite nelle cantine del vino e cosa vedere. C’è un pezzo di Alsazia, quella che gravita intorno a Colmar, che è fatta di paesini fiabeschi, con queste case colorate dai tetti alti e spioventi, che vengono chiamate “case a graticcio“, perché hanno le travi di legno a vista. Posti bellissimi, talvolta un po’ artefatti, ma molto piacevoli da visitare. Ci siamo stati e vi diamo qualche elemento utile per una piccola vacanza.
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Dove mangiare in Alsazia vicino a Colmar
I paesi da visitare
Colmar è il paese più grande. Non ha nulla a che fare con la marca di abbigliamento sportivo (quella viene dal monzese Colombo Mario), ha 70 mila abitanti, un grande fermento turistico, che si concentra sopratutto nella zona cosiddetta della “piccola Venezia“, perché c’è un fiume e ci sono delle gondole, meno caratteristiche di quelle veneziane, ma altrettanto pittoresche. Le prime due settimane di agosto c’è una partecipatissima manifestazione dedicata al vino, La Foire aux vins.
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Noi consigliamo di spostarsi una ventina di minuti più a sud e visitare alcuni paesini che meritano davvero. Di dimensioni più contenuti, sono perfetti per passeggiate all’aria aperta: i più carini sono forse Riquewihr e Kaisesberg, ma anche Ribeauville e Eguisheim.
Cosa mangiare
La prima cosa che vedrete è questa Tarte flambée. A prima vista potrebbe sembrare una pizza ma non ha niente a che spartire. Ha una base che somiglia alle pizze bianche scrocchiarelle di Roma, ma sopra ci sono panna acida, pezzi di pancetta e di cipolla, il tutto un po’ bruciacchiato. Nulla di straordinario, ma da provare.
Poi c’è il Baeckeoffe (foto sopra): stufato di carne, patate e verdure. La Choucroute alsacienne: crauti aromatizzati alle bacche di ginepro che fanno da contorno a salsiccia, pancetta, stinco di maiale o prosciutto. Da provare il formaggio Munster, a pasta molle. Tipici anche i Bretzel, molto più morbidi e buoni di quelli che avete mangiato finora. Per dolce, il Kougelhof, brioche a forma di torta, con mandorle intere e uva passa, aromatizzata al kirsch o al rum. Tipici sono anche gli asparagi alsaziani.
Dove mangiare
La tarta flambée si può trovare praticamente ovunque: se sentite l’aria impestata di formaggio bruciacchiato, ci siete. Noi consigliamo qualche bar à vin, nel senso di enoteche dove si mangia qualcosa: l’Un de sense e Le Cercle des Arômes. Se si vuole mangiare di più, molto buoni i Rosti e i garretti di maiale di Bratschall Manara, a Kaysersberg, una brasserie molto frequentata con un’ottima carta dei vini. Di fianco al Domaine de Rouffach (ne parliamo sotto), ci sono il ristorante di qualità Philippe Bohrer e la brasserie più informale Julien. Fondamentale prenotare: via telefono o anche mail (pochissimi i siti attrezzati con moderni sistemi di prenotazione).
Cosa si beve

Irrinunciabili soprattutto i vini bianchi: i vitigni più diffusi sono il Riesling e il Gewurtztraminer, che è più dolce e aromatico. Ma ci sono anche Pinot bianco e grigio, Moscato, Sylvaner, Chasselas e Auxerrois. L’unico vitigno rosso della zona è il Pinot nero. Da provare il Crémant d’Alsace, che è un metodo champenois, quindi uno Champagne non fatto nella regione dello Champagne, molto meno costoso di quello e di qualità spesso comparabile. In Francia è fondamentale la classificazione dei Cru e dei Grand Cru, che sono i migliori, a prezzi correlati.
Le cantine da visitare
Sono decine, probabilmente centinaia. Noi ne abbiamo provate alcune magnifiche: Pierre Frick, gran narratore di storie (in foto sopra), appassionato viticoltore naturale; Jean Ginglinger, altro viticultore naturale, spartano, sorridente, senza fronzoli. E Paul Blanck, non naturale ma biologico e di qualità. Generalmente non si paga, ma è buona norma comprare qualche bottiglia.
Dove dormire
Noi consigliamo il Domaine de Rouffach, che si trova a Rouffach, un paesino a pochi minuti da Colmar, e che è un ottimo punto di partenza per una visita. Costa intorno a 100-150 euro a notte, ha piscina interna e sauna.