
Trattoria Sincera a Milano, cucina lombarda a Lambrate. Mai trasformazione è stata più simbolica. Fino a poco tempo fa, qui c’era un bar cinese, oggi c’è una trattoria moderna che propone però cucina lombarda tradizionale, “dalle Alpi al Po”, come recita il claim.
E’ il segno, forse, di un’inversione di tendenza, che da una parte vede l’avanzare di un nuovo modo di proporsi della cucina cinese (vedi le aperture di Paolo Sarpi e la nostra recente lista), dall’altra vede il ritorno di trattorie vere che propongono una cucina schietta di territorio. Questa, il concept ce l’ha già nel nome: Trattoria Sincera.
A Roma le chiamano “trattorie ignoranti“, ma qui siamo a Milano, ci si esprime con meno creatività e allora è tutta una ricerca di posti sinceri (un profilo instagram ci ha costruito una piccola fortuna), cioè di locali che non mentono sotto le sovrastrutture di design e di apparenza, che si propongono per quello che sono, con una cucina non ricercata ma semplicemente buona e locale, con prezzi raggiungibili e onesti.
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Trattoria sincera nasce di fronte a Fred, e non è un caso, visto che gli imprenditori dietro al ristorante sono gli stessi di questo bel bar e negozio di vinili (che organizza spesso dj-set). Siamo in via Porpora, Lambrate piena, a pochi passi da piazza Gobetti e praticamente adiacente al Birrificio Lambrate.
A guidare la cucina c’è il bravo Federico Bono, che abbiamo imparato ad apprezzare a Sottobosco, e che ora alla Trattoria Sincera ha deciso di proporre una cucina completamente e rigorosamente lombarda.
La sala
Una piccola sala in entrata, con l’angolo salumeria, i frigo dei formaggi e la raspadura con la sua lama.
Poi, salendo una scaletta, un’altra sala sopraelevata, più ampia, con boiserie in legno scuro e un grande lampadario in mezzo.
Ai muri, quadri di diversa ispirazione, che potrebbero addobbare una casa anni Settanta ma anche qualcosa di più moderno e realizzato per l’occasione. L’impressione in generale è di un’ottima atmosfera di classicismo, con tavoli ben distanziati e un clima piacevole.
Il menu
Prevede tutti i classici della ristorazione lombarda, con qualche spunto di modernità soprattutto nell’uso delle materie prime. In antipasto, patè (14 euro) e mondeghili (7), tra i primi risotto con midollo (14), minestrone secondo Rajberti (12), risotto ai porcini (15), pisarei e fasoi (qui siamo più dalle parti di Piacenza, ma va bene).
Tra i secondi, la costoletta alla milanese (22), rognone trifolato ai porcini (17), ossobuco con vitello (16) e arrosto (13). Tra i dolci c’è la Torta Helvetia (5), il millefoglie con fragole (6) e la sbrisolona con frutti di bosco al disaronno (5).
C’è anche una carta salumeria e formaggi molto ricca, come si diceva.
Se dici Marco d’Oggiono a Milano, i più gourmet sanno di chi si parla: non dell’omonimo pittore del Cristo benedicente, ma della ben nota azienda brianzola, di Oggiono, appunto, nata nel 1945, che produce e lavora insaccati. E qui alla Trattoria Sincera troviamo un angolo salumeria con i suoi prodotti.
Cosa ci è piaciuto? Innanzitutto i mondeghili. Di tutti quelli che abbiamo provato finora, e sono tanti, questi sono i più morbidi e saporiti. Una goduria, da immergere in una magnifica salsa alla senape. Davvero straordinari.
Il benvenuto è un’ottima giardiniera in agrodolce, con cavoletti di Bruxelles, cetrioli, carote e rapa.
Eccoci al risotto. Questa è una portata che va decisamente migliorata. Non ci ha convinto del tutto la mantecatura, il midollo non si sentiva granché e il parmigiano sembrava assente.
Molto buono, invece, il rognone, piatto ostico e non gradito a tutti i palati. Questo, trifolato con i funghi, ricorda davvero i piatti della tradizione.
La costoletta è offerta in una versione molto lontana, per fortuna, dall’orecchia di elefante. Non è, cioè, un largo disco piatto con più panatura e uovo che carne, ma un pezzo di carne alta e panciuta, molto ben dorata, con l’osso e poco cotta. La carne all’interno rimane, dunque, rosata.
Di fianco, un contorno speciale: non i soliti tuberi duri e insapori, ma patate comasche arrosto davvero gustose. Se dovessimo stabilire un benchmark, un prodotto sul quale misurare la qualità di una trattoria, diremmo proprio le patate. E qui la sfida è pienamente vinta.
Ottima anche la carta dei vini, totalmente lombarda. Raramente una carta da trattoria va così in profondità: si trovano etichette di grande qualità, con focus soprattutto sull’Oltrepò pavese e sulla Valtellina.
Noi abbiamo preso uno Sbarbatello, un pinot nero beverino e fresco di Castello di Stefanago.
Per chiudere, il conto, che non presenta sorprese. In conclusione, una bella novità nel panorama gastronomico milanese, destinata ad avere successo e a durare.
Trattoria sincera a Milano, via Porpora 154, tel 389 874 1577