
I migliori ristoranti di giugno 2022 a Milano, provati per voi da Er Murena. Questo, ormai lo sapete, vuole essere un viaggio nella realtà vera, non quella dei comunicati stampa roboanti, degli annunci di nuove aperture che talvolta si sgonfiano in un attimo. Noi vi raccontiamo tutto, vi segnaliamo le novità, vi guidiamo con le liste. Ma i ristoranti li proviamo. Ci andiamo, paghiamo di tasca nostra e ve li raccontiamo, con pregi e difetti. E quindi eccoci qui, anche in questo caldo giugno con le nostre esperienze.
I migliori ristoranti di giugno 2022 a Milano
Mater Bistrot
Bello, bello, bello. Ci piace molto questo Mater Bistrot. In questi casi si dice che ha un’aria newyorchese (altri direbbero parigina), ma insomma, è un bel locale caldo, con tavoli di vetro, sedie di legno moderne, tante bottiglie sugli scaffali, una cucina bancone a vista e un piacevole dehors. Originale la formula, che non ha nulla del ristorante tradizionale e che vede piatti anche creativi. Ci sono “piattini”, come le patate arrugadas (12); salsiccia cruda e alga nori (15), asparago, tuorlo e briciole (15) e piatti veri e propri: risotto con aglio orsino e uova di salmone (21), spaghettone limone alla brace e cappero (19), pluma e lattuga di mare marinata (23). Noi abbiamo preso un carciofo alla romana, gli asparagi (spettacolari), le melanzane e diverse altre cose: tutte spettacolari o quasi. Si beve naturale poco noto, con molti orange a disposizione.
Giolina
L’altro giorno abbiamo letto l’intervista su Repubblica a Ilaria Puddu, portentosa quarantenne milanese che pare stia conquistando il mondo, e ci è venuta voglia di tornare da Giolina, una delle sue creature. La Puddu racconta così la sua creatura: “Una pizzeria nata per ospitare il pairing tra pizza e cocktail. Inizialmente c’era un banco bar bellissimo all’ingresso. Ma ero troppo in anticipo sui tempi, Milano non era pronta. Quando il trend si è affermato, noi siamo andati oltre proponendo l’abbinamento con il vino, naturale e bio, e un servizio che si avvicina a quello del ristorante. A partire dalla carta dei vini, che ora accoglie anche la collaborazione con Masi”. L’imprenditrice (nel carnet 55 locali tra cui Marghe, Crocca, Pizzium, Gelsomina) dice che non va in vacanza da sette anni (male) e che ora cerca una pizzaiola donna. Comunque sia la pizza qui resta sempre buonissima, un impasto soffice con cornicione alto. La Giolina (12 euro), pizza omonima, in realtà, non è la migliore. Gli ingredienti sono troppi e finiscono per cozzare: ci sono crema di melanzane violette, provola d’Agerola affumicata, pomodorini rossi del Piennolo, strisce di melanzane al forno, cialde di Parmigiano, buccia di melanzane croccanti, basilico fritto. Però, l’impasto vince. Abbinato con un Mischiabacche rosso di Castello di Stefanago (5 euro). Bello il dehors, la prima sala è più piccola, con un bancone alto, l’altra sala è molto grande, con migliaia di libri rivolti con il dorso contro il muro.
Pizza 7,5 Ambiente 7 Servizio 7 Carta dei vini 7 Er Murena 7
Rotonda Bistrò
La novità è che ora c’è un menu curato da Tommaso Arrigoni, lo chef di Innocenti evasioni. In realtà, niente di stellato: gnocchetti, polpette, risotto e insalate d’orzo. La sala dentro fa un po’ impressione: nel senso che è una vecchia chiesa sconsacrata, con alte colonne e palme. Fuori ci sono tavolini sotto gli ombrelloni e poi c’è il prato della Rotonda, perfetto per i bambini, visto che c’è il Muba, museo dei bambini. La nostra esperienza, a dir la verità non è stata entusiasmante. A pranzo, abbiamo preso un’insalata d’orzo con songino e sfoglia di carota. Che c’entrano songino e orzo? Niente e infatti non si sposavano granché. Ci abbiamo abbinato un bianco. Finito quello che volevamo, ci hanno dato una Ribolla. Otto euro, da menu, non proprio modico. Ma è andata peggio, abbiamo pagato 9 euro in scontrino. Quando ce ne siamo accorti eravamo già lontani.
Cucina 6,5 Ambiente 7 Dehors 7,5 Servizio 7 Carta dei vini 6 Er Murena 6,5
Tiemì – Pasticceria
Tre vetrine bianche profilate in rosso, muri tipo cucina dipinti con ricette di torte, un piano inferiore in trasparenza che sforna dolci, pasticcini e lievitati. Tiemì, in milanese, sarebbe tu e io, che poi sono Beatrice e Valerio e hanno messo su un posto molto carino. Verrebbe da dire rinfrescante. E’ una pasticceria creativa e bistrot. Entrando a sinistra c’è la viennoiserie, con prodotti decisamente vari: croissant cocco e lampone, veneziana crema e mandorle, brownies senza glutine, bombolone alla crema. Noi prendiamo un cappuccino (1,6 euro) e un croissant liscio (1,5) dalla forma insolita: si sviluppa in altezza, con una superficie croccante e un interno morbido. Il lato destro presenta una sfilata di praline parecchio invitanti. A pranzo si mangia anche.
Via Filiberto 11, tel 02 8287 4844
Croissant 7 Ambiente 7 Dehors 7 Servizio 7,5 Er Murena 7
Cavallante
Non parlate di vini naturali a Sergio. Parlategli di vino e di qualunque altra cosa. Troverete un oste perfetto, in una delle enoteche moderne più affidabili e che ha ormai una lunga storia. Dal Cavallante si beve bene e si mangia anche bene (qui l’abbiamo raccontata, insieme alle altre enoteche): noi abbiamo preso crostini al foie gras e tonno di coniglio e bevuto un sangiovese Primo Segno (Villa Venti), un Albarola Campogrande e parecchio altro.
Cavallante, via Muratori 3, tel 02 5410 7325
Carta dei vini 7,5 Cucina 7,5 Ambiente 7,5 Servizio 8 Er Murena 7,5
Surlì
Ha traslocato dall’Isola in via Losanna, è diventato grande, moderno, bello. E’ ancora un po’ ingessato, ma diamogli tempo. Per i vini, si aspetta la carta, ma ti consigliano e ti fanno assaggiare. In menu ci sono alcuni piatti: selezione di salumi o di formaggi da 10-15 o 20 euro, insalata capricciosa 10, battuta al coltello 13, panzanella bottargata 11, crostone caldo farcito 10, giardiniera 8. Noi abbiamo preso un humus con stracciatella (8), che però era un po’ troppo paciugoso, se mi passate il termine. (qui le altre enoteche di Milano)
Surlì, via Losanna 29, tel 02 2222 2367
Carta dei vini 7 Cucina 6,5 Ambiente 6,5 Er Murena 6,5
Sottobosco
È un gioiellino incastonato nella piazzetta San Luigi, il quartierino antico con tanto di chiesa che si trova di fianco a corso Lodi, altezza Brenta. Sottobosco ha cominciato la sua attività in sordina, sottovoce, e poi a poco a poco è cresciuto, fino a diventare uno dei ristoranti migliori di Milano. Non stiamo esagerando, la qualità è davvero superiore: cucina, servizio e ambiente sono da premiare (il locale è entrato nelle novità di Slow Food) e non hanno impattato sul suo essere un tranquillo ristorante di quartiere, a conduzione familiare (in sala Lorenza e Giorgio, in cucina c’è Federico Boni).
Noi abbiamo cominciato con uno splendido antipasto misto, a base di mondeghili, melone mantovano e prosciutto di Angus, tenerumi e zucchine, terrine de foie gras (11 euro).
Poi un risotto giallo zafferano e midollo (12). Fuori lista c’era anche un risotto con l’aglio orsino e anguilla affumicata.
A seguire fegatini d’anatra (16 euro) e, chiusura spettacolare, granita di gelso con brioche morbidissima (7 euro, che per un attimo ci è sembrato di essere a Marzamemi. La carta dei vini è molto corta (davvero troppo) e comprende piccoli produttori artigianali.
Carta dei vini 6,5 Cucina 7,5 Ambiente 7 Er Murena 7,5