Masterchef 11 nona puntata. I concorrenti dell’undicesima stagione di Masterchef sono rimasti solo in cinque. In queste settimane hanno dato prova di essersi evoluti come cuochi e aver imparato dai loro errori, così come conferma la puntata tesa in un costante confronto tra il passato e il presente. Tra eliminazioni discusse e fortunati salvataggi, chi saranno i finalisti chiamati a contendersi il titolo di undicesimo Masterchef italiano?
Cosa è successo nella puntata del 24 febbraio
La mystery box di oggi è un tuffo nei ricordi per i concorrenti, che si trovano ad osservare i momenti salienti del loro ingresso nella masterclass e ricevere dei videomessaggi di incoraggiamento dai loro familiari. Evidente è come siano cambiati rispetto all’inizio, ma i giudici vogliono toccare con mano questo cambiamento mettendoli alla prova con i loro piatti killer: ricette con cui hanno avuto più difficoltà durante il loro percorso. I migliori della prova sono: Lia, che ha dovuto replicare il piatto andato male con la chef Robert; Carmine, che ha avuto una seconda possibilità con le tagliatelle gratinate di chef Barbieri; Nicky Brian che ha dovuto ritentare la sorte con il suo filetto alla Wellington. La vincitrice è Lia. Arriva il momento dell’invention test, temuta prova a eliminazione. Le postazioni dei cuochi amatoriali sono al contrario per sondare la loro capacità di ascolto, loro punto debole da sempre. I concorrenti devono replicare tre piatti dei giudici, ascoltandoli durante la preparazione e senza poterli guardare cucinare. Lia non solo ha la possibilità, come vantaggio, di osservare per un minuto lo chef ma anche di decidere a chi assegnare i piatti. Per sé tiene la ricetta di Cannavacciuolo, ombrina con caprino alle erbe, centrifuga di mela verde e sedano rapa, insalatina di cipollotto ed erbe di montagna; a Tracy e Christian assegna quella di Locatelli, animelle con purè di topinambur, agrodolce di capperi e crescione; per ultimi Nicky Brian e Carmine se la devono vedere con quella di Barbieri, pasta pestata con succo di mare e zafferano. Se la cavano tutti egregiamente tranne Carmine che presenta un piatto troppo salato e con, addirittura, residui di sabbia. Sembra strano, quindi, non venga selezionato come peggiore né eliminato. Inaspettatamente i giudici eleggono la migliore della prova, Tracy, ma senza eliminare nessuno. Sono tutti “salvi” per potersi confrontare in esterna.
La prova in esterna avviene nel ristorante 3 stelle Michelin “Da Vittorio” della famiglia Cerea. Tracy ha il vantaggio di assegnare i piatti stellati ai vari concorrenti. L’antipasto di spaghetto di tonno con bagna cauda e crumble di pistacchio viene dato a Christian; il risotto con testina di Patanegra e pomodoro in maionese mantecato con crema di pane lo sceglie per sé; il rombo chiodato del Mediterraneo con crema di cocco, rucola e tre caviali viene assegnato a Lia; l’anatra nel nido va a Carmine e la pera, il piatto più difficile, viene assegnato a Nicky Brian. Ospite inatteso è il tennista Matteo Berrettini, che deve assaggiare i piatti dei concorrenti insieme ai giudici. I cinque concorrenti se la cavano in una prova, decisamente, da campioni. A primeggiare sono Lia e Tracy, considerate anche dallo chef Cerea le più determinate e preparate. Vincitrice della prova è Tracy, come indicato da Berrettini che le regala una maglia firmata. Se Tracy arriva, così, direttamente alla serata finale, per gli altri concorrenti è il momento del pressure test. Al centro dello studio un tavolo con 36 ingredienti per tre step serrati. Ad ogni step i concorrenti devono scegliere quattro ingredienti per cucinare un piatto. Al primo step si salva Lia, l’unica ad aver selezionato gli ingredienti con chiara l’idea di un piatto, affiancandosi a Tracy verso la finale. Al secondo step si salva Christian, lucido e determinato più di altri. Lo scontro definitivo tra Carmine e Nicky è tutt’altro che scontato, vista la brutta china presa da Carmine. In ogni caso esce Nicky Brian per errori di consistenze nella frittura e Carmine, che oggi non ha brillato, arriva alla serata finale.
Le nostre pagelle
Lia: 9. Brava e strategica come sempre. Va avanti pulita, conquistando complimenti e successi. Una vera macchina da guerra. Ironica il giusto quando si rivede nelle clip del suo ingresso e capisce come mai tutti l’abbiano considerata un po’ arrogante. Si commuove, con evidente sincerità, di fronte alla nonna che le augura in bocca al lupo e sembra determinata a voler portare avanti la passione per i fornelli anche una volta fuori. Impossibile non identificarci in lei quando si butta tra le braccia di Berrettini. Peccato la spina nel pesce di Bruno in esterna, ma come dice Cannavacciuolo potrebbe averla messa lo stesso Barbieri per un colpo gobbo.
Tracy: 8. Come sottolineato da Cannavacciuolo, Tracy come una tigre è entrata e tigre è rimasta. Forse è la concorrente su cui si vede meno l’evoluzione perché era già molto carica e determinata fin dal principio. Le sue lacrime nella cucina tre stelle Michelin sono anche le nostre, tutte per l’emozione di avercela fatta. La sua determinazione e preparazione le fanno conquistare la finale direttamente in esterna.
Nicky Brian: 7. Steven Bradbury fino alla fine. Arriva addirittura tra i migliori nella mistery, rivendicando le sue capacità nella preparazione del filetto alla Wellington. Al contrario di molti, sempre convinti di sé, fa tenerezza per la consapevolezza dei suoi limiti. Rivedendosi nelle clip dell’inizio si rende conto di essersi sentito forte, ma confrontandosi con persone più preparate di lui ha capito di dover fare molto di più. Si è messo alla prova, in esterna, col piatto più difficile di tutti senza perdersi d’animo anche a fronte di un imprevisto con la ganache. Risulta acerbo nelle preparazioni ma con tanta voglia di fare, che sicuramente è quella che lo ha fatto arrivare fino a qui. Si mostra felice e onorato di essere arrivato alla nona puntata. Si batte come un leone fino alla fine e se anche ci abbandona, come forse avrebbe dovuto fare molte puntate fa, ci dispiace vederlo andar via per la sua genuina presenza positiva.
Christian: 6. Se la cava bene anche in esterna, sul pezzo. Impossibile non sottolineare, proprio in questa puntata, questa sua evoluzione rispetto alle prime puntate e al suo ingresso. Tra tutti i concorrenti è quello ad aver fatto il percorso di crescita più grande, da un punto di vista culinario ma anche personale. Apprezziamo la tenacia. Si salva al pressure proprio grazie al sangue freddo e alla sicurezza, che lo portano a scegliere un uovo di struzzo. Ha dimostrato più di altri voglia di vincere, soprattutto in questa fase finale.
Carmine: 5. Come detto nella scorsa puntata, ha iniziato un’improvvisa e inaspettata caduta. Non ci è piaciuto in questa puntata, soprattutto all’invention test con un piatto molto criticabile e con addirittura la sabbia all’interno. Per quanto sia stato anche per noi uno dei più meritevoli fin dall’inizio, ad altri concorrenti un solo errore è bastato per uscire. Mentre sembra che gli errori di Carmine siano stati nascosti sotto il tappeto per portarlo fino alla fine. Si è mosso insicuro nella prova in esterna e anche nella spiegazione del piatto tentenna. Una parte di anatra, inoltre, è cruda. Anche al pressure sbaglia sia in strategia che in tecnica. Inizia a mostrare, dietro il suo innegabile talento, il fatto di essere ancora un po’ acerbo.
Berrettini: 10. Ospite inatteso della prova in esterna. Campione nello sport e nella vita. Umile, pulito ed empatico. Incoraggia i concorrenti e mostra il suo animo gentile. Dice di non aver respirato prima della sua prima partita contro Federer, capendo quindi l’emozione degli aspiranti chef in una prova tanto complessa. Fa un passo indietro rispetto ai giudizi degli chef, dicendo di non avere la loro competenza in materia. Sente sulla sua pelle l’emozione di Tracy quando la nomina “migliore” della prova. Impossibile resistergli. Come dar torto a Lia che ne approfitta per abbracciarlo stretto?
Enrico Cerea: 9. Lo chef del ristorante Da Vittorio, che ha seguito i ragazzi nella prova, scardina i luoghi comuni sugli chef stellati strilloni e aggressivi. Con gentilezza ha sollecitato tutti nel lavoro, stimolandoli e incoraggiandoli. Anche i suoi giudizi sono posati e affettuosi, con critiche costruttive e capacità di comprensione fuori dal comune.