Ristoranti internazionali a Roma: 20 indirizzi dal coreano all’argentino per un giro intorno al mondo

ristorante igio roma

Ristoranti internazionali a Roma. Si dice spesso che provare cucine diverse da quella mediterranea rappresenta un vero e proprio viaggio dei sensi, in quanto il cibo può effettivamente essere la chiave per aprire la porta di culture esotiche e distanti dai nostri gusti. Accanto ai più noti e popolari ristoranti giapponesi e cinesi (che non sono presenti in questo elenco), Roma propone moltissimi luoghi del cibo internazionale, che diventano dei ponti tra le nostre abitudini e i sapori di altri Paesi. Se pensate di essere esperti di cucina orientale perché avete provato tutti i sushi di Roma o credete che la cucina messicana sia fatta solo di nachos, preparatevi a prendere appunti e a scoprire la nostra lista dei ristoranti internazionali della Capitale.

MESSICANO

El Pueblo

Nel ristorante El Pueblo, gestito dal 1993 con la passione di Pasquale, è doverosa una precisazione. Qui non troverete una cucina tex-mex, la cucina “main stream” e più conosciuta di questa parte di mondo. Protagonista di El Pueblo è il sapore del vero Messico con i suoi piatti più tradizionali, sperimentati da Pasquale nel corso dei numerosi viaggi in terra Maya. Ricette che dai vivaci banchi dei mercati messicani, dove vengono preparate nelle cucina aperte su strada, sono giunte senza scalo direttamente a Roma.  Pasquale è un integralista dei sapori autentici del Messico e per questo i suoi piatti non scendono a compromessi: dal tamal di carne o verdure ai jalapenos al formaggio, fino al piccadillo de carne, una tortilla di mais croccante ricoperta di guacamole e carne macinata cotta. Gli antipasti preparano il palato ai gusti di un’altra terra, espressa attraverso gli aromi piccanti, il coriandolo, i fagioli, il mais e il guacamole. Questi gli ingredienti fondamentali che troviamo anche nei piatti principali: la tinga di pollo o di maiale è condita con chorizo, cipolla e chile chipotle e servita con riso, crema di fagioli e 4 tortillas di mais (15 euro). Altri piatti di carne sono il cerdo (maiale) en chile morita, il pollo pipian (con arachidi e zucca) e l‘alambre de res, ovvero straccetti di manzo, peperoni, pancetta, cipolla, chile jalapenos e formaggio fuso. A base di formaggio abbiamo invece la quesadilla de huitlacoche, una tortilla ripiena di formaggio con tipico fungo messicano coperto con panna acida e la rajas con queso, formaggio fuso con peperoncino affumicato, di media piccantezza (entrambe 12 euro). Come piatti unici anche i burritos di carne e verdura e diverse tipologie di albondigas (polpette).

Ristorante El Pueblo. Via G. de Vecchi Pieralice 34-36, Roma. Tel. 06 631855. Sito. Facebook. Instagram.

INDONESIANO

Ristorante Bali

Il cuore dell’Indonesia batte dentro il cuore di Roma. A Trastevere possiamo infatti varcare le porte dell’Indonesia nel ristorante Bali, storico ristorante etnico di Roma, attivo dalla fine degli anni ’80. Oggi è gestito da Kayoko Mastuda, lei è giapponese, ma l’Indonesia è la sua seconda casa, accanto all’Italia, dove vive da ormai 30 anni. Il locale è strutturato in tre ampie sale da 40 coperti ciascuna, adibite a ristorante, cocktail bar e sala da tè. La parte ristorante è arredata in stile tradizionale e la cucina proposta è del tutto autentica, ispirandosi al ricettario ufficiale dei 30 piatti più iconici dell’Indonesia. Alcuni esempi: il Berghedel, frittelle di mais, e i Lumpia Semarang, involtini fritti farciti con germogli di bamboo, pollo e gamberi tritati (3 involtini, 7 euro). Il menu include anche dei primi piatti come il Mie Goreng e il Nasi Goreng, pasta morbida di grano o riso conditi con verdure, pollo, gamberi e salsa di soya indonesiana. La salsa di soia, insieme al latte di cocco, si può dire alla base di tutta la cucina dell’Indonesia. E’ infatti molto presente nei secondi piatti, quali il Rendang Sapi, bocconcini di manzo cotti con latte di cocco e un misto di aromi, tipici dell’isola di Sumatra (16 euro) e il Babi Kecap, piatto caratteristico di Bali a base di bocconcini di maiale cotto nella soya dolce. Il Satè Ayam è un’altra ricetta indispensabile per raccontare la cucina Indonesiana. La cottura dei satè sulla brace, ovvero di spiedini di pollo marinati nella soia, viene tradizionalmente fatta in strada con cocci di cocco.

Ristorante Bali. Via del Mattonato 29, Roma. Tel. 06 5896089. Sito. Facebook.

ARGENTINO

Ceibo

Credits: P&P Fotografia

Ceibo è un vero e proprio angolo di Argentina aperto a marzo 2021 al Pigneto, in piena zona rossa. Attivo inizialmente con il delivery delle empanadas, porta a Roma quel mix di colore e calore che contraddistingue i Paesi dell’America Latina. L’avventura ha inizio a Buenos Aires, dove Ernesto Teodoro Claps, chef di Ceibo, gestisce poco fuori città l’agriturismo “Terra Lucana” (le sue origini risalgono infatti alla Basilicata) con annesso ristorante italiano, conosciuto come “Il Ristorantino”. Da lì a Roma il passo è (relativamente) breve. Qui si riunisce alla figlia Florencia che cura tutta la comunicazione e studia il brand, il feeling e il design del progetto. Il risultato è un locale pieno di colori e con un nome che simbolicamente si ispira alla pianta tipica dell’Argentina (Ceibo appunto), oltre a ricordare la forma delle stesse empanadas. Grandi protagoniste della cucina di Ceibo, le empanadas sono lo street food argentino più popolare, sinonimo di libertà, convivialità e divertimento per la possibilità di mangiarle sul posto, ma anche in giro o a casa propria (tuttora il servizio di delivery è incentrato sulle empanadas). Ceibo le propone in tre diverse versioni che variano in base ai ripieni: ci sono le classiche argentine come la Tucumana con carne tagliata al coltello, cipolla, cipollotto, uovo sodo, ma anche la Vegana con cavolo bianco, funghi secchi, cipolla, zenzero, aglio, porri e la Patagonia con gamberoni argentini, bisque, peperone verde, cipolla, porri. Troviamo poi le empanadas gourmet, ad esempio la Ceibo con roquefort, funghi, pere, noci (prezzi empanadas dai 2,50 ai 4 euro).
La cocina a disco è la seconda anima della cucina di Ceibo ed è un metodo di cottura che si serve di un disco metallico per potenziare i sapori. Così vengono preparati i ripieni delle empanadas e dei panini, come la Biondola a base di capocollo. Tra le especialidas non possono  mancare il Locro, una zuppa densa con tagli diversi di carne e il Pastel de Papa, uno sformato di patate e carne macinata saltata con verdure. Tipicamente argentini sono anche i dolci tra cui chocotorta, budin de pan e postre vigilante. Ad accompagnare il pasto, oltre alle tradizionali salse Chimichurri, Tartara salsa Ceibo, si possono gustare tre diverse birre argentine e vino malbec. Per la formula aperitivo Ceibo propone un piccolo menu composto da una
empanada, una porzione di patatas bravas e un drink a 10 euro.

Ceibo. Via Bartolomeo Perestrello 35/37, Roma. Tel. 366 1109448. Sito. Facebook. Instagram.

Baires

Storico ristorante argentino di Roma, Baires è specializzato nella proposta di carne di Angus Argentino in diversi tagli, importati direttamente dal Paese oltreoceano. Il manzo di Angus viene allevato nelle pianure della Pampa allo stato brado e la consistenza peculiare della carne può essere apprezzata scegliendo tagli dal filetto, allo scamone all’entrecôte. Come grigliata mista c’è la tipica ricetta argentina della Parrillada che comprende Asado, Agnello, Maiale, Angus, Salsiccia e Morcilla. A base di carne anche diversi piatti unici: consigliato il filetto di maiale ripieno con prugne e pancetta, servito insieme a purè di patate e mela caramellizzata. L’offerta principale di carne argentina è affiancata ad una serie di antipasti tradizionali, come le empanadas al forno e il locro, la zuppa di mais, salsicce e pancetta. Scelte altrettanto caratteristiche sono il chipa guazù e il pastel de papas, de carne o humita, ricetta nativa sudamericana diffusa specialmente nelle regioni delle Ande. Baires soddisfa infine i palati più golosi con dolci tipici come le Alfajores De Maicena e il Dulce de Leche. Il vitigno argentino Malbec della regione della Mendoza la fa da padrone tra i vini rossi.

Baires. Corso del Rinascimento 1, Roma. Tel. 351 8639968 – 06 6861293. Sito. Facebook. Instagram.

SCANDINAVO

Smor

Da 5 anni Tamara gestisce Smor, locale di street food tipico scandinavo. Pochi coperti davanti al banco gastronomia e ampia offerta di take away per questo angolo di Nord Europa nei pressi di piazza Fiume. Le specialità nordiche ruotano intorno agli smørrebrød, golosi panini diffusi come principale cibo da strada tra Danimarca e Scandinavia. Si tratta di pane di segale spennellato con burro salato di Normandia e condito in diversi modi: insalata di rapa rossa e mela, cavolo rosso, salmone marinato e agrumi. Altro street food da assaggiare è la piadina svedese tunnbrodsrulle ripiena di pulled BBQ salmon o di carpaccio di manzo insieme a rafano fresco. Ideali per l’aperitivo sono le tartine, accompagnate da ingredienti tipicamente scandinavi come gamberi al vapore, aringhe, caviale, storione sott’olio o sgombro al pepe. La cucina “vichinga” si affianca a specialità triestine che si contraddistinguono per la presenza di diversi tipi di bolliti: collo di maiale, lingua, wurstel di Vienna, salsicce di cragno in budello naturale con grana grossa. Disponibile anche il baccalà mantecato bianco, alle olive o piccante, mentre dal banco gastronomia è possibile assaggiare salumi di pesce, pastrami di manzo, prosciutto cotto arrosto, pulled pork e coppa affumicata. Da bere, in pieno spirito nordico, sidro di mele e birre artigianali. Smor è aperto da lunedì al sabato per pranzo e orario aperitivo.

Smor. Via Cesare Paoletti 23, Roma. Tel 06 97842095. Facebook. Instagram.

COREANO

Igio

Dal 2005 Igio offre ai palati romani la tradizione culinaria coreana nella sua forma più veritiera e autentica, senza adattamenti nè alterazioni. Dal barbecue coreano alle zuppe calde portate sul fornello, la gastronomia del Paese di Seul è molto variegata e si basa su alcuni elementi cardine. I Banchan, ovvero i contorni che si condividono con tutti gli altri commensali, sono diversi a seconda della stagione e sempre inclusi nelle portate principali. Tra questi, Igio consiglia il Bechu Kimci, banchan per eccellenza realizzato con cavoli di napa. Il secondo tesoro della cucina coreana è il Kimci, dichiarato anche patrimonio dell’Unesco. Si tratta di una verdura messa in salamoia e fermentata con spezie quali peperoncino, aglio, zenzero, cipollotti e salsa di pesce fermentato. Da Igio si può assaggiare nei noodles Kimci Bibmiguksu o nel Kimci Gighe, una zuppa piccante con carne, tofu e kimci (entrambi 15 euro). Per gli amanti del barbecue, si possono scegliere proposte dalla griglia portata direttamente al tavolo come il Bulgoghi, straccetti di manzo crudi marinati in salsa di soia e accompagnati da noodles di patate dolci, funghi e verdure o il Samgyopsal, pancetta di maiale cruda condita con aglio, cipollotto e grigliata a tavola (piatti da minimo 2 persone, 30 euro). Non mancano, infine, le caratteristiche Gion, frittelle coreane, e piatti a base di pesce come i Bokkum, nelle versioni con calamari o polipetti piccanti.

Igio. Via Roma Libera 24-25-26, Roma. Tel. 06 58310269. Sito. Facebook. Instagram.

Gainn 

Unico ristorante coreano consigliato nella Guida Michelin, Gainn ha aperto nell’ottobre 2007 grazie a Stefano Chung e Valentina Bae, marito e moglie. Condivisione è la parola d’ordine, in quanto ogni pasto è un trionfo di piatti e assaggi che occupano il centro della tavola e si passano tra i commensali. Gainn, termine coreano che significa “bellezza interiore”, propone alcune delle specialità della cucina coreana, tra cui il kimchi, noto per le sue proprietà salutari, una selezione di banchan stagionali, il pollo fritto con salsa agrodolce e le zuppe, come quella con costolette di manzo, foglie di rapa e peperoncini piccanti servita in terracotta. Altra ricetta tipica è sicuramente il Bibimbap, il riso con verdure miste, carne di manzo macinata servito con tuorlo crudo in un piatto di ghisa. La convivialità prosegue con i Twigim Mandu, ravioli fritti ripieni di verdure e con i Bulgogi, gli straccetti di manzo e verdure miste serviti a tavola direttamente sulla piastra. Se volessimo pensare ad un primo piatto, potremmo ordinare i Japchae, gli spaghetti di fecola di patate, presentati con verdure miste scottate, funghi e carne di manzo. I piatti di Gainn possono essere abbinati alle birre coreane e al Soju, un distillato fatto con riso, orzo o frumento disponibile in vari aromi quali ad esempio pompelmo e fragola. Il Makgeolli, infine, è una bevanda antica realizzata con riso, acqua e lievito dal color latte e dalla consistenza densa, che può essere più o meno frizzante a seconda della fermentazione.

Gainn. Via dei Mille 18, Roma. Tel. 06 44360160 – 328 3856153. Sito. Pagina FB. Profilo Instagram. 

Galbi

Il progetto di Galbi nasce nel 2015 dalla volontà di due imprenditori (Stefano Chung, già titolare di Gainn, e Deuk Uoo Ferretti Min) di creare un barbecue in pieno stile coreano ispirato alla tradizione. Galbi è infatti il nome di un piatto di carne alla brace a base di costine di manzo o talvolta maiale. La cottura viene fatta su una brace con legna di quercia e le costine vengono poi lasciate marinare una notte intera con sala di soia e frutta, solitamente pera, mela o kiwi. Il barbecue è dunque una vera e propria tradizione coreana e il cuore del menu di Galbi. Dalla brace arriva il controfiletto, l’Ori (coscia d’anatra), il Samgyopsal (pancia di maiale) o il Jeyuk, ovvero straccetti di collo di maiale con pesto agrodolce di peperoncini coreani. Sempre straccetti, ma di manzo, compongono il Sakura, la proposta di BBQ con cottura da terminare a tavola e condimento a base di funghi e cipollotti. Alla brace anche il pesce, tra cui salmone, polipo e calamari. Non può mancare il kimchi, la tipica verdura coreana che si può assaggiare nelle zuppe, nei ravioli (mandù), nei piatti a base di riso (bibimbap) e nelle frittelle, come la Kimchigion. Galbi è attivo con il delivery attraverso una serie di proposte ad hoc, come le Galbi box che comprendono sempre un piatto principale a base di pollo, manzo, maiale e polipo, insieme a riso al vapore saltato con verdure, ban chan (assortimento misto di contorni coreani), misticanza con frutta secca e semi di girasole, frutta e dessert (a partire da 14 euro). Dal menu delivery si possono ordinare anche le Bowl e i Pang, panini di frumento cotti al vapore con ripieno a scelta.

Galbi. Via Cremera 21, Roma. Tel. 06 8842132. Sito. Facebook. Instagram. 

THAILANDESE

Sukothai

Per gustare la tipica cucina thailandese a Roma il posto giusto è Sukhothai. Tutto il menu è un viaggio attraverso i sapori tradizionali del Paese di Bangkok, a cominciare dagli antipasti come i Satai Kai e i Sakai Kung, pollo o gamberi ai ferri accompagnati da salsa di arachidi. Le polpettine di pollo e di pesce (Tod Man Kung e Tod Man Pla) insieme ai Popià, involtini thailandesi di verdure fritti, completano la sezione degli starters. Tra le zuppe troviamo la tipologia a base di pollo, come la Tom Kakai, che è condita con latte di cocco e funghi (8 euro) o le Sukì, ovvero zuppe con vermicelli di soia e salsa di taufu, disponibili nella versione con carne (pollo, manzo, maiale) o con pesce (gamberi e calamari). Le erbe e le spezie arrivano settimanalmente dalla Thailandia e sono alla base di ricette tradizionali come la Lab e la Namtok, due insalatone con carne frullata di manzo, pollo, maiale e spezie (12 euro). Centrale nella cucina thailandese è il curry, da considerarsi come portata principale. Da Sukhothai si può assaggiare il Kaeng Kiawwuan, curry verde con melanzane, foglie di basilico e carne, o il Panaeng, curry rosso cotto nel latte di cocco con carne e foglie di limetto kaffir (12 euro). Altro piatto tipico è il Pad Thai, lo street food più popolare tra le strade di Bangkok: si tratta di tagliatelle (noodles) di riso saltate al momento nella wok con aggiunta di gamberi, arachidi, uova e germogli di soia. Tra i dolci, soia e cocco al forno, zucca al vapore e la tapioca, un alimento tropicale che deriva dalla pianta della manioca.

Sukhothai. Via Quirino Majorana 199, Roma. Tel. 06 55263993 – 377 1786374. Sito. Facebook.

VIETNAMITA

Mekong

Mekong è il fiume principale del Vietnam che dà il nome al ristorante di cucina vietnamita della Capitale. La gastronomia del Vietnam è fortemente influenzata dal clima monsonico, dalla conformazione territoriale del Paese e dalle tradizioni culinarie dei territori confinanti, in particolare la Cina. La dieta è basata su cinque elementi fondamentali, comuni a tutte e tre le regioni della nazione, seppur con qualche differenza: salsa di soia, riso, erbe fresche, frutta e verdura. L’ingrediente più importante della cucina tradizionale è la salsa tipica Nuoc Mam Nhi’ a base di pesce fermentato, che condisce le portate principali, siano esse di carne o pesce, e le zuppe. Un esempio tra queste è la Pho Bo Chin Hanoi  con brodo di manzo, fettuccine di riso, tranci di manzo bolliti, speziata con coriandolo, lemon grass, anice stellato e pepe nero, servita in tazza media o grande (10 o 17 euro). Prima di una zuppa, da considerarsi come piatto principale, è consigliabile assaggiare alcune specialità introduttive: l‘antipasto vietnamita più comune è dato dai Nem, sfoglie di riso ripiene con carne (sagon), verdure o gamberi (hanoi). Il riso torna poi nelle fettuccine, saltate anche queste con ingredienti vegetariani o manzo e salsiccia vietnamita (8 euro). I secondi piatti si concentrano su diverse specialità di pollo, anatra, manzo e maiale, come le costolette di maiale pastellate in salsa dolce con zucchero di canna e salsa hoisine (prugne). Cumino, cannella, pepe nero e uovo sodo da frollare condiscono invece lo spezzatino di maiale (11 euro). Per gli amanti del pesce, da Mekong si possono gustare capesante, ostriche, calamari, gamberi, mazzancolle accompagnate da salse più o meno piccanti come la Nuoc Mam Nhi’ e da spezie quali cumino, cipoletta verde, coriandolo e zenzero. Da bere birre cinesi, tè verde del Vietnam e caffè vietnamita, servito nero assoluto o con latte.

Mekong Ristorante Vietnamita. Via Enea 56/A, Roma. Tel. 06 7825247. Sito. Facebook

AFRICANO

Sahara

Quattro sale interne, una terrazza e un’area lounge per Sahara, ristorante di cucina africana a Roma, con focus particolare sulle specialità di Etiopia e Eritrea. L’atmosfera del locale fa immergere immediatamente l’ospite in un altro continente: vi sono angolini arredati in stile etnico e sedute in vimini che circondano i tipici mesob, ovvero tavoli dalla forma rotonda chiusi con cappello di paglia. Fabio, il titolare, è appassionato di fotografia ed è stato catturato dal “mal d’Africa”, tanto che ha deciso di aprire in viale Ippocrate una vera e propria culla della gastronomia africana, trattata nel pieno rispetto del gusto, della qualità e delle materie prime. I piatti del menu seguono un’impronta ben precisa all’insegna della tradizione e sono basati principalmente su verdure, legumi e carne. Come antipasti si possono scegliere le Sambussa, triangolini di pasta fritti ripieni di carne macinata o lenticchie speziate, oppure Felafel e Kategna. Tra le portate principali a base vegetariana troviamo il Tuntumu, crema di lenticchie rosse miscelata alla curcuma, lo Scirò, crema di ceci aromatizzata, l’Alicia, un mix di ortaggi e verdure, e l’Hamli, una verdura a foglia verde saltata. La ricetta simbolo della cucina eritrea è però a base di carne: parliamo dello Zighinì, bocconcini di manzo o agnello in salsa berberè, la regina delle spezie africane accanto a curcuma, tsemi e mitmità. Ancora a base di carne abbiamo diversi piatti unici come il Derho, pollo marinato con uovo sodo, alicia e tuntumu, e lo Zil Zil tibi, bocconcini di vitella presentati a tavola in un vaso di terracotta riscaldato da una fiamma. Un must è l’ingera, il “pane” tipico eritreo sul quale poggiano tutte le pietanze, come fosse un vero e proprio piatto da portata. L’ingera è sottile come una piadina, ma risulta più spugnosa e dal sapore leggermente acidulo e va ad accompagnare i piatti speziati. La tradizione africana, per la quale il pasto è considerato un momento rituale, vuole che i piatti vengano mangiati con le mani. Da Sahara si osserva questa stessa filosofia e l’esperienza di servirsi del cibo usando le mani, al posto delle posate, è sicuramente un modo per calarsi più profondamente nella cultura africana. Tra i vini, molte sono le etichette di bianchi e rossi sudafricani.

Sahara. Viale Ippocrate 43, Roma. Tel. 06 44242583. Sito. Facebook. Instagram.

Enqutatash 

Enqutatash Roma

Ristorante a gestione familiare dal 2002, Enqutatash è specializzato in cucina etiope ed eritrea. Le due cucine sono tra loro molto similari e sono costituite da piatti speziati di carni e verdure, normalmente sotto forma di wat (o wot), ovvero stufati. Da Enqutatash c’è lo stufato di abbacchio, il Beg Wott, o di pollo, il Doro Wott con uova sode, da gustare dopo una porzione di Cuscus e Sambusa, pasta sfoglia riempita di carne macinata speziata o ripiena di lenticchie. Il ristorante dà il nome al piatto della casa, Enqutatash, un mix di carne e verdure, mentre il consiglio della chef è il Goredcarne di vitella tagliata a tocchetti grossi con cipolla speziata e piccante. Il Kifto è la stessa ricetta a base di manzo e sempre con il manzo viene proposto il Tibs, servito in bianco, in rosso o nello yefim, un tipico fornelletto portato a tavola per completare la cottura. L’abbacchio torna nel Kikil, dove è in umido e condito con zafferano africano e curcuma, che si può accompagnare da una serie di contorni. Tra i principali, abbiamo i Gomen, i broccoletti, il Missir e lo Sciro, farina di lenticchie e di ceci. Per mangiare si utilizzano le mani con l’ausilio della injera, il pane del continente nero che altro non è che una sorta di piadina dal diametro di circa 50 cm fatta con farina di teff, cereale tipico africano.

Enqutatash. Via della Stazione Prenestina 55, Roma. Tel. 06 273767 – 334 8083965. Sito. Facebook.

Mandaloun 

Tra via Veneto e via Sistina, il ristorante Mandaloun è un punto di riferimento per la tradizionale gastronomia libanese, da molti considerata emblematica per tutta la cucina mediterranea nel mondo. L’elemento tipico della cucina libanese è basato sulle Mezeh, una selezione di pietanze che possono essere ordinate come antipasto, come accompagnamento ad un piatto di portata o l’insieme delle Mezeh può rappresentare l’intero pasto. Tra i Mezeh freddi si può scegliere il Mutabal, una mousse di melanzane affumicate miscelate con salsa di sesamo e limone, il Tabboulè, insalata di prezzemolo tritato, pomodoro, cipolla e grano macinato e lo Shankleesh, formaggio vaccinato invecchiato e pepato, mescolato con erbe, servito con pomodoro e cipolla sminuzzata. Yougurt, tartare, sottaceti e il Warak Enab, involtini di foglie di vite farciti con riso, pomodoro e prezzemolo, completano la sezione degli antipasti freddi. Ma i Mezeh possono anche essere caldi. Qualche esempio? Le Kebbe Meklieh, crocchette di carne di manzo e grano macinato con ripieno di carne trita e pinoli tostati e le Batata Harra, cubetti di patate salate con peperoni gialli e rossi, coriandolo, aglio e peperoncino. Il pesce è alla base del Samke Harra con spigola, mentre tra i Mezeh vegetariani da provare è il Loubie bin zeit, fagiolini al sugo con cipolla. Il pasto prosegue con le proposte dalla griglia, spiedini, costolette d’abbacchio e gamberi ai ferri. Nella cucina libanese non mancano stufati, couscous, minestre e farinacei come piadine e diversi tipologie di pasta sfoglia ripiena. I fagottini possono essere farciti con carne d’agnello tritata, con formaggio vaccinato ed erbe o presentarsi sotto forma di triangoli imbottiti di spinaci, cipolla e pinoli.

Mandaloun. Via di Porta Pinciana 16/B, Roma. Tel. 06 64824507. Sito. Facebook

INDIANO

Jaipur

Mangiare indiano a Roma significa provare la cucina tandoori al ristorante Jaipur a Trastevere. Le specialità tandoori sono cucinate nel tipico e omonimo forno di terracotta e occupano una larga porzione del menu. Da provare quindi il Jaipuri Special Murgh, pollo piccante marinato con erbe e spezie indiane, yogurt, zenzero e aglio, insieme al Malai Tikka, pollo disossato marinato con salsa di anacardi e spezie. Nel tandoori vengono dorati anche l’abbacchio, i gamberi, il pesce spada e le patate, queste ultime cucinate in umido, ripiene di formaggio e spezie. Altro piatto indiano caratteristico è il pollo al curry: da Jaipur il Murgh Peshawari è servito con erbe fresche orientali, peperoni, cipolle e pomodoro e presentato a tavola in casseruola, ma può essere accompagnato anche da lenticchie, frutta secca, spezie piccanti o yogurt. L’abbacchio, sotto forma di bocconcini o spezzatino, è la seconda carne protagonista del menu di Jaipur, mentre ampio spazio è lasciato al Chawal, il riso, proposto con verdure, carne, pesce, spezie, ma anche cumino, limone e zafferano. Ad affiancare il pasto, ci sono i Rotiyan & Naan, le tipiche focacce indiane cotte nel forno di terracotta, semplici, con patate, burro, formaggio e menta. Non mancano i dolci, tra i quali la casa consiglia il Kulfi, gelato indiano con pistacchio e mandorle. Per i più indecisi, Jaipur suggerisce due menu degustazione, in versione vegetariana e non, da condividere per 2 persone. Aperto sia a pranzo che a cena, tranne il lunedì, Jaipur offre infine anche il servizio di consegna a domicilio, con diverse politiche per la distanza del luogo di delivery e il minimo d’ordine.

 Jaipur. Via San Francesco a Ripa 56, Roma. Tel. 06 5803992. Sito. Facebook.

Krishna 13

Tarun e Nandita sono i due proprietari di Krishna 13, ristorante indiano a pochi passi da Termini. La filosofia dei due gestori è quella di occuparsi personalmente della scelta degli ingredienti per riprodurre in modo fedele i sapori più autentici della cucina indiana. Il menu di Krishna 13 esplora le varianti della cucina del Nord e del Sud dell’India. Al Nord le specialità culinarie risentono delle influenza di altri popoli, come nel caso del Biryani, un piatto di derivazione persiana, preparato a base di riso, spezie, carne, pesce, uova o verdure. Al Sud abbondano invece verdure e legumi: tipiche di queste regioni sono le Aloo Bondasfere di patate condite con spezie. Una ricetta altrettanto caratteristica è il Paneer Pakora, un fritto di formaggio cotto con una pastella di farina di ceci, che si affianca alle Malai Kofta, polpettine con trito di verdure e formaggio. Sempre vegetariani sono il Chana Masala, ossia ceci bianchi cucinati con erbe fresche e spezie, e il Dal Makhani, un piatto abbondantemente speziato a base di lenticchie indiane e fagioli rossi. Il principe indiscusso della cucina dell’India rimane comunque il riso. Particolarmente apprezzato il riso Basmati e il riso Pilaf, ma Krishna osa con alcune ricette più insolite come il Jeera Riso, un riso cotto in bianco e poi condito con cipolla tritata finemente, semi di cumino, cumino in polvere e burro chiarificato. Da non sottovalutare il pane, che può essere fritto e a forma di disco (il Puri), cotto nel tandoor (il Roti), oppure non lievitato e fatto con farina di frumento (il Chapati). Il Chapati, servito rigorosamente caldo, viene cotto sulla tawa, una padella indiana adatta per cotture rapide ad alte temperature e ha l’aspetto di una zeppola. Krisha 13 effettua anche servizio di take away.

Krishna 13. Via Foscolo 13, Roma. Tel. 06 7005267. Sito. Facebook.

GRECO

Akropolis

Se c’è un ristorante greco storico a Roma, questo è Akropolis, dal 1999 a Trastevere. Il locale propone piatti tipici della cucina greca, cucinati rigorosamente con ingredienti di diretta importazione ed olio extra vergine di oliva cretese. Gli antipasti prevedono una selezione di freddi e di caldi. Da segnalare il Ntakos, pane duro all’orzo con pomodoro e feta tritati, oltre alle tipiche salse greche che possono essere degustate in un misto appositamente previsto, il Poikilia apo saltses. Di misti ci sono anche formaggi tipici, il Poikilia tyrion, serviti con confetture. Passando agli antipasti caldi, ci si può sbizzarrire con le keftedes, a base di melanzane, zucchine, polipo, pomodoro, ceci. Molteplici le variazioni sul tema feta: al naturale, fritta, fritta con miele e sesamo o al forno con capperi, pomodorini e cipollotti. Tipici anche i Dolmades, gli involtini di riso in foglia di vite. La cucina greca prevede carne cucinata al girarrosto (tra cui il gyros), in casseruola e alla brace: nella sezione dei piatti di terra c’è infatti l’imbarazzo della scelta tra costolette di abbacchio, carrè di agnello o interiora, spiedini di pollo, involtini di vitello e filetto di maiale. Specialità della casa: il pesce e tre diversi tipi di mousakas, la classica, la vegetale (con zucchine, feta e spinaci al posto del ragù di carne) e di pesce (con gamberi, zucchine, cernia e radicchio). Il re fra i dolci, tutti fatti in casa, è lo yogurt greco servito con miele, pistacchi e noci o con marmellata di petali di rose, visciole o bergamotto. La pasta fillo e la pasta kataifi sono in carta come dessert altrettanto caratteristici. Da Akropolis si trova anche un piccolo emporio di prodotti di importazione greca, acquistabili a partire dalle 17.30 da parte dei clienti.

Akropolis. Via San Francesco a Ripa 107, Roma. Tel 06 58332600. Sito. Facebook.

Grekos

Fratzis è lo chef proprietario di Grekos, ristorante ellenico aperto da pochi anni in Prati. L’autenticità della cucina greca passa attraverso l’esperienza e la creatività di Fratizis che propone un  menu semplice ma fortemente caratteristico. Il tipico pane greco, la pita, accompagna tutti i piatti e si può gustare con salse come lo Tzatziki, la Melitzanosalata, a base di melanzane, o la salsa Grekos con maionese fatta in casa, yougurt greco, aneto e cetriolini. Immancabili feta e olive greche che compongono la fresca insalata choriatiki (9 euro). Ci sono poi le keftedes, polpettine a base di ceci, zucchine o melanzane, insieme ad altre ricette iconiche tra cui mousaka e souvlaki, spiedini di pollo. Un secondo piatto comune in Grecia è il Dolmadakia, involtini di foglie di vite, carne macinata e riso, da accompagnare con yougurt greco. Il pezzo forte è il Gyros pita, forse il cibo greco più conosciuto. Qui il ripieno si può scegliere tra maiale, pollo, manzo e polpette di ceci. Il gyros viene 7 euro e si può personalizzare con ulteriori aggiunte di feta, tzatziki, fava (purè di cicerchia). Grecia al 100% è anche nei dolci, dal Baklavadakia al Galaktoboureko: in entrambi casi si tratta di pasta fillo ripiena. Diverse sono le birre, i vini e i liquori ellenici. Il menu di Grekos è disponibile per take away e delivery. 

Grekos. Via dei Gracchi 282, Roma. Tel. 06 25398837. Facebook. Instagram.

PERUVIANO

Inka Chicken

Se pensando al Perù il primo piatto che viene in mente è il ceviche, non bisogna dimenticare il resto della gastronomia, ricca di ricette tradizionali. Da Inka Chicken, aperto a Roma con quattro sedi, si possono assaggiare gli antipasti tipici come la Papa a la Huancaína, patata gialla peruviana, latte, formaggio ed ají amarillo, e la Papa Rellena, un piatto ricco che ha sempre la patata nativa come principale ingrediente, riempita con farina, spezie varie, cipolla rossa, uova sode, carne macinata ed ají panca. L’Anticucho de Corazón è infine l’antipasto più amato dai peruviani, si tratta di spiedini di cuore di manzo spesso accompagnati dalla salsa piccante Rocoto. Il ceviche, appunto, non manca: in lingua quechua vuol dire “pesce crudo” e viene solitamente fatto con pesce bianco marinato con lime, cipolla, peperoncino, sale e pepe. Inka Chicken la propone di pescado misto e con mango (13 e 15 euro). Sempre a base di pesce è la Parihuela, zuppa molto popolare sulla costa del Peru fatta con frutti di mare e dal sentore piccante. Le zuppe sono però pure di carne, e molto diffusa nella regione delle Ande è il Caldo de Moto, il mais peruviano, preparata anche con manzo, trippa, zampe di mucca e menta (9 euro). Specialità della casa è il Pollo alla Brasa, pollo alla brace, anche da prenotare per take away, mentre tra i secondi da gustare sul posto c’è i Chicharron de Chancho, maiale fritto con mais bianco, camote (patata dolce) e salsa criolla (con cipolle e pomodoro). Per concludere in bellezza, tre ricette di dolce: la Cheesecake de Marayuca, la Torta Helada e la Torta Tres Leches. I drink tipici sono a base di Pisco, il liquore che proviene dalla regione Inca: Pisco Sour, bevanda bandiera del Perú, il Chilcano e il Capitán.

Inka Chicken. Via Palestro 32/A, Roma. Tel. 06 4460712 – Via delle Palme 5, Roma. Tel. 06 21802436 – Via di Monte Testaccio 39, Roma. Tel. 06 8412752 – Via Usseglio 2, Roma. Tel. 06 89512739. Sito. Facebook.

BRASILIANO

A Favela

La cultura brasiliana passa anche attraverso il suo cibo. È questo l’intento del ristorante A Favela, churrascheria tradizionale brasiliana. Per churrascheria si intende un locale con barbecue che propone il classico churrasco, parola portoghese che si riferisce al tipico piatto di carne grigliata. Il menu di A Favela è in versione rodizio per la cena, vale a dire in formula all you can eat, o alla carta. Si parte con una serie di antipati misti a buffet e si prosegue con piatti portati a tavola che hanno lo scopo di affiancare la regina della serata. Si tratta del Pao de queijo, pane al formaggio, della Farofa, farina di mandioca saltata con pancetta, e della Feijolada, i fagioli neri brasiliani. Non manca l’arroz, la polenta brasiliana e la mandioca, patata tipica sudamericana. Il pezzo forte sono le carni e gli appassionati potranno gustare il Frango (pollo), la Linguica (salsiccia), assaggiando anche la Chuleta (controfiletto) e la famosa Picanha. Specialità della casa è il Peru com bacon (tacchino con pancetta), insieme al lombo de porco (capocollo di maiale). Su richiesta è possibile assaggiare alcune chicche della gastronomia brasiliana come i Coraçao de frango, cuoricini di pollo, o la Picanha com alho ou com queijo che è il codone preparato con aglio e formaggio. Scenografica è la presentazione del churrasco con la spada, utilizzata nella griglia, portata direttamente a tavola.

A Favela. Via Oslavia 54, Roma. Tel. 06 3722703 – 324 9021825. Sito. Facebook. Instagram.

MULTIETNICO

Gustamundo

gustamundo roma

Un melting pot di culture e tradizioni culinarie, questo è Gustamundo, il progetto che punta all’integrazione economica e sociale di rifugiati politici e migranti attraverso la cucina. Nato nel 2017, Gustamundo impiega i migranti in sala e in cucina garantendo loro una formazione e una crescita professionale in grado di favorire una migliore inclusione nella società occidentale. Gustamundo è sostanzialmente un piccolo “porto culinario” in zona Valle Aurelia dove è possibile gustare piatti tipici di diversi Paesi, dal Sudan alla Siria, dal Pakistan all’Iraq. E molti altri. Sono 15 i cuochi coinvolti (60 si sono susseguiti dal lancio del progetto), ognuno dei quali propone due ricette caratteristiche della propria identità gastronomica. Abbiamo quindi il Babaganoush dalla Siria, un piatto a base di bocconcini di melanzane e pomodori fritti o la Sambusa dalla Somalia, un fagottino fritto ripieno di carne o verdure. Dall’Iraq arriva la Dolma, ovvero involtini di carne e riso avvolti in foglia di vite e ci si trova in un attimo in Pakistan con il Daal, uno stufato di lenticchie con spezie. Molti dei piatti sono disponibili anche per la consegna a domicilio, effettuata gratuitamente da Gustamundo nel Municipio 1 (zona Prati), Municipio 13 (Valle Aurelia) e limitrofi.

Gustamundo. Via Giacinto de Vecchi Pieralice 38, Roma. Tel. 06 39377282. Sito. Facebook. Instagram.

 

[Foto copertina pagina Facebook Igio]