Pollo alla cacciatora Trapizzino. Quante volte dopo aver mangiato un Trapizzino con il pollo alla cacciatora avete pensato che vi sarebbe piaciuto riuscire a replicarlo a casa vostra? Noi supponiamo che siano tante: per questo abbiamo chiesto a Stefano Callegari di condurci lungo la tortuosa strada di una ricetta la cui paternità infiamma gli animi del centro Italia. Umbria, Toscana, Lazio: tutte e tre queste le regioni si contendono l’origine del pollo alla cacciatora, e offrono ognuna innumerevoli varianti della ricetta. Quello che vi stupirà è sapere che la versione di Stefano non è complessa, anzi: con pochi ingredienti scelti bene, e qualche decisivo trucchetto, anche voi potrete gustare quel sughetto delizioso che è alla base del Trapizzino più amato di sempre.
Ingredienti (dosi per quattro persone)
1 kg di sovracosce di pollo senza pelle (se è ruspante ancora meglio)
10 g rosmarino
12 g aglio
500 ml vino bianco secco (Stefano ci tiene a precisare uno “buono”, di quelli che si possono bere)
40 ml aceto bianco (praticamente un caffè lungo)
30 g olio Evo
2 g pepe macinato
q.b. sale
La padella
Ogni ricetta che si rispetti inizia in un solo e unico modo: la scelta della padella. Stefano ci tiene a precisare che il pollo deve necessariamente essere disposto come un puzzle e mai sovrapposto, per cui le due opzioni migliori sono un tegame o una padella antiaderente, sempre di grosse dimensioni in modo da facilitare la cottura della carne.
Il cocktail “alla cacciatora”
Alla base del pollo alla cacciatora c’è il cocktail composto da vino bianco, aceto, rosmarino e aglio (ovviamente senza anima). Per prepararlo, viste le notevoli quantità, Stefano utilizza il mixer ad immersione, ma si può fare anche con il mortaio: in questo caso, il consiglio è di aggiungere dei granelli di sale grosso, che facilitano il pestaggio degli ingredienti.
Preparazione
In una padella o in un tegame mettere olio Evo, pepe e un terzo del rosmarino. Aggiungere il pollo prestando attenzione alla disposizione, nessun pezzo deve essere sovrapposto all’altro. Attendere circa 20/25 minuti e girare il pollo: si deve girare un volta sola (Stefano su questo è molto severo). Non preoccupatevi se alcune parti di carne restano più attaccate alla padella: ci serviranno più tardi.
Dopo un tempo che varia dai 40 ai 50 minuti, il pollo sarà cotto e si staccherà facilmente dall’osso: a questo punto aggiungere il cocktail precedentemente preparato con vino bianco secco, aceto, i due terzi restanti di rosmarino e l’aglio senza anima. Ed è proprio qui che avviene la magia di Stefano Callegari: il cocktail, grazie alla sua liquidità, stacca le parti di carne rimaste sul fondo, che vanno così a insaporire il nostro “sughetto”. Stefano fa un passaggio in più: toglie il pollo dalla padella, fa un altro giro di mixer con il sugo e i pezzi di carne per amalgamarli, disossa il pollo e poi lo rimette in padella, proprio per creare quella cremosità che ci fa tanto amare il Trapizzino.
Contatti
La ricetta ve l’abbiamo data, ma se foste pigri ecco gli indirizzi dove gustare il Trapizzino
Sito. Pagina Facebook
ROMA
Lun-Dom 12.00-00.00
Trapizzino Testaccio, via Giovanni Branca 88, Tel. 06 43419624
Trapizzino Ponte Milvio, piazzale di Ponte Milvio 13, Tel. 06 33221964
Trapizzino Trastevere, piazza Trilussa 46, Tel. 06 5817312
Trapizzino Provincie, piazzale delle Provincie 9, Tel. 06 90239685
MILANO
Lun-Dom 12.00-00.00
Trapizzino Lodi, corso Lodi 1, Tel. 02 49716304
Trapizzino Navigli, Ripa di Porta Ticinese 2, Tel. 02 91570928
Trapizzino Marghera, via Marghera 12, Tel. 02 4693265
TORINO
Lun-Dom 12.00-00.00
Trapizzino piazza Carlina, piazza Carlo Emanuele II° 17, Tel. 011 18755933
TRIESTE
Lun-Dom 12.00-00.00
Via di Cavana 10/b, Tel. 040 2607135