
Cantine Santa Benedetta. Da ottobre 2020 la domenica è il giorno che odio di più. La domenica sono sempre di cattivo umore, tutta la giornata. Poi ho passato una domenica alle Cantine Santa Benedetta, tra Frascati e Monte Porzio Catone. In tanti la conoscono come l’azienda vinicola più antica dei Castelli Romani, io l’ho percepita come una bolla, grande e accogliente. Guidando su via Frascati Colonna, arrivando da Roma, ricordatevi sempre di mettere la freccia a sinistra con anticipo (in quella strada si corre un po’ troppo): ci sono le imponenti colonne, il cancello in ferro e poi inizia la visita.
Prima e dopo il Covid

Il Covid ha segnato un nuovo modo di contare il tempo. Ora c’è il “prima” e il “dopo” Covid. E da Cantine Santa Benedetta, prima di marzo 2020, le cose erano molto diverse: “Abbiamo sempre lavorato tantissimo con i turisti: visite guidate nella proprietà, degustazioni del nostro vino e del nostro olio in vigna o nelle sale della tenuta, corsi di cucina, eventi, matrimoni, tutto organizzato e curato da noi”, mi racconta Antonio Benedetti, classe ’89, ultima generazione della famiglia Benedetti che da oltre 300 anni guida la produzione. Adesso le cose sono cambiate: i turisti non ci sono più, ma è inutile aspettare e chiedersi se e quando torneranno, piuttosto serve capire come portare avanti un progetto, senza snaturarsi. Un progetto che non potrebbe procedere senza l’esperienza e il piglio imprenditoriale del padre Alberto e l’elegante coordinamento di sua moglie Fabia. Tutti insieme formano una famiglia, ma anche un gruppo di lavoro affiatato dove ogni membro è fondamentale per la riuscita.
Il vino e l’olio
Qui da 300 anni si producono vino e olio. Il Pilozzo, la zona in cui sorgono le vigne delle Cantine Santa Benedetta formatasi al termine dell’attività vulcanica oltre 360mila anni fa, è un territorio naturalmente fertile: la tradizione vuole che si produca vino bianco, il cosiddetto “Vino di Roma”. Sono sempre stati privilegiati i vitigni autoctoni, il Bellone e la Malvasia Puntinata, considerati massima espressione di queste terre. Ma già da oltre 40 anni è iniziata anche la produzione di vitigni a bacca rossa, in varietà di bassissima produzione: Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Sangiovese. Oltre al vino, qui si produce anche olio Extra Vergine di Oliva, la cui quantità è sempre proporzionale agli andamenti stagionali. Questo rapporto viscerale con il territorio, con le radici, permane: è l’essenza stessa di Cantine Santa Benedetta. Rappresenta la storia di una famiglia che porta avanti le sue tradizioni, nonostante il Covid.
Tra vecchi e nuovi ospiti

Mentre mi aggiro per la cantina vedo scatole in partenza, “Questo va negli Stati Uniti”, mi dice Antonio indicando un pacco, “È la consegna per un ospite che è stato da noi tempo fa e ogni anno ordina il vino”. Ma non è l’unico. Con le degustazioni e i corsi di cucina, l’azienda ha creato un’ampia rete di compratori all’estero: una clientela che corrisponde a un target preciso, di fascia alta, rimasta ammaliata da questo luogo e dalla sua accoglienza, tanto da farsene spedire un pezzetto a casa ogni anno, spesso dall’altra parte del mondo.
“Da quando non lavoriamo più con i turisti abbiamo dovuto reinventarci”, spiega Antonio mentre passeggiamo accanto alla vigna, lungo i resti di una strada romana. All’inizio di ogni filare c’è una piccola telecamera: “È una webcam: affittiamo il filare al cliente e lui può seguire la crescita della vigna durante l’anno. Dopo la vendemmia e l’imbottigliamento, gli spediamo il vino prodotto dal suo filare”. Una mossa intelligente, studiata su un preciso target: le bottiglie sono personalizzate, sull’etichetta il cliente può scegliere una sagoma da riprodurre, ci sono poi le iniziali e la sua firma, come se il vino lo avesse prodotto anche lui.
Dicevamo, quindi, di un target di fascia alta, accolto con professionalità e al tempo stesso calore. Un calore che da poco tempo sta accogliendo anche i nuovi ospiti di Cantine Santa Benedetta.
La Camera da Pranzo
Un brevissimo rodaggio prima della zona arancione di marzo, poi la ripartenza da giovedì 29 aprile 2021: La Camera da Pranzo è un’altra forma di ospitalità che si può trovare dalle Cantine Santa Benedetta. Di cosa si tratta? Arriviamoci un po’ per volta. Andando in giro per la tenuta, sembra di stare in un piccolo paese. C’è la cantina, ci sono le viti, ci sono i gatti che ti fanno le fusa, c’è il forno a legna esterno, c’è l’orto che Alberto coltiva e cura personalmente, ci sono le arnie con il miele che Fabia serve agli ospiti o utilizza per la preparazione dei dolci.
E poi ci sono le strutture. Da una parte un edificio che risale al 1700, “All’epoca era un convento”, spiega Antonio. Salendo le scale ed entrando da una vecchia porta, è difficile non restare affascinati da quello che si ha davanti: un pianoforte, una parete piena di sveglie, “Una passione di papà (Alberto Benedetti, ndr), perché a tavola il tempo si ferma”, maestose travi in legno scuro, eleganti lampadari, un bancone pieno di vecchi oggetti: pentole in rame, bottiglie, soprammobili. Una confusione armonica, accogliente. Qui, prima del Covid, si tenevano eventi, lunghi pranzi, a volte anche accompagnati da tre tenori dell’Accademia Nazionale Santa Cecilia. E poi in fondo alla sala c’è una porta finestra: da lì, nei giorni dove il cielo è limpido, si vede addirittura la cupola di San Pietro. L’altro edificio principale, invece, è stato ristrutturato da qualche anno, ma si inserisce perfettamente nel contesto della tenuta. Una lunga sala luminosa. Nasce qui La Camera da Pranzo, o almeno la sua idea in principio.

“È il nostro concetto di ospitalità. La Camera da Pranzo è quella stanza dell’abitazione che una volta si apriva per far accomodare le persone durante il pasto”, spiega Fabia. Non più turisti, almeno per il momento, ma tutti coloro che vogliono passare qualche ora da ospiti coccolati: il target cambia, ma resta immutata l’accoglienza. In questa sala i tavoli sono predisposti per essere ben distanziati, ci sono anche dei divani per chi vuole rilassarsi ancora di più (i bagni sono una chicca, curati nel dettaglio e con tanto di vista sulla vigna). Ma le limitazioni con aperture solo all’esterno entrate in vigore dal 26 aprile 2021 non hanno reso possibile sfruttare questo spazio. Quindi che si fa? Si cambia di nuovo. Il 29 aprile La Camera da Pranzo ha inaugurato nello spazio all’aperto della tenuta: “Niente cena, con il coprifuoco alle 22 è impossibile per chi arriva da fuori”, dice Antonio. È proprio lui che si occupa del menu: esperienze in Italia (ha passato qualche anno da Mazzo a Roma) e all’estero, sia in sala che in cucina, poi è tornato a casa, “Non potevo lavorare qui senza aver visto il resto, non avrei portato nulla di nuovo all’azienda se non avessi fatto un pezzo di strada per conto mio. Mi sono rimesso in gioco dopo qualche anno lontano dalla cucina, ma se passi di qui a fine servizio, mi trovi tra i campi a vedere come stanno i filari, continuo a occuparmi anche della cantina”. Insieme a lui in cucina Andrea Paolella.

Cosa mangiano gli ospiti della Camera da Pranzo? Una cucina della tradizione (tanto Lazio e qualche prodotto di altre regioni), ma forse preferisco definirla familiare, dai sapori semplici. “Mi piacerebbe poter proporre un menu fisso, dico la verità, proprio come quando sei a casa”, ammette Antonio, “ma abbiamo deciso di far scegliere le persone, sebbene i piatti non siano molti e cambieranno spesso”.

Il menu comprende un antipasto, adesso c’è pork sandwich ai Castelli (non fatevi ingannare dal nome, si tratta di focaccia fatta in casa con porchetta della zona!) e burrata alla pizzaiola; un primo a scelta tra tre (potreste trovare piatti come gnocchi all’amatriciana o ravioli ricotta e spinaci); un secondo tra tre (saltimbocca alla romana con patate al forno oppure pollo alla cacciatora con mesticanze selvatiche); infine il dolce, sempre a scelta tra tre (adesso ci sono pere al Selador e cremoso al mascarpone, torta di mele e crema inglese o creme caramel). In totale 55 euro, con quattro calici di vino della cantina in abbinamento. “Lo stare a tavola è condivisione, è famiglia”, è vero. E in questa famiglia l’ospitalità non è mai forzata, è una qualità naturale, e per questo risulta impossibile non apprezzarla.
Per la prima volta dopo molti mesi, la domenica è stata una bella giornata.
Cantine Santa Benedetta. Via Frascati Colonna 35, Monte Porzio Catone (RM). Tel. 06 9417511. Sito. Pagina Facebook. Pagina Instagram
La Camera da Pranzo. Sito. Pagina Facebook. Pagina Instagram.
[Foto copertina di Andrea Di Lorenzo]