I migliori Nizza, la nuova Docg della Barbera d’Asti e la profezia di Massa

I migliori Nizza, la nuova Docg della Barbera d’Asti e la profezia di Massa. Dal 2014, il panorama delle Docg del Piemonte si è arricchito di una novità, che si chiama Nizza. E a poco a poco la nuova denominazione, per ora poco conosciuta fuori dalla regione, si sta facendo strada. Grazie anche a una vigorosa azione di promozione e di marketing dell’associazione dei 60 produttori, che da mesi è in tour a Roma e in altre città d’Italia per raccontare la novità. In una tappa, all’enoteca Fafiuché, abbiamo incontrato alcuni dei protagonisti e assaggiato alcune delle migliori Nizza.

Che cos’è Nizza Docg

Il Nizza è un vino prodotto con uve Barbera d’Asti provenienti dal territorio di 18 Comuni, che si trovano intorno a Nizza Monferrato. Un’eccellenza all’interno del territorio di produzione della Barbera d’Asti, che comprende 169 Comuni, di cui 118 in provincia di Asti e 51 in provincia di Alessandria.

La Barbera e la barrique

Vino da tavola diffusissimo in Piemonte, la Barbera è un vitigno ricco in colore, alcol ed estratto. E’ molto facile da coltivare e resistente alle malattie (tranne flavescenza dorata, per la quale si usa il piretro), dopo qualche decennio di appannamento ha trovato vigore e nuova vita soprattutto grazie all’intuizione di Giacomo Bologna, che negli anni ’80 sperimentò per la prima volta l’uso della barrique (con il Bricco dell’Uccellone, 1985). Ovvero la botte piccola di rovere da 225 litri. Perché fu tanto efficace? Perché la Barbera è un vitigno con una caratteristica importante: la grande acidità (freschezza). Che talvolta diventa eccessiva, se non è mitigata e ammorbidita. Di qui il ruolo della barrique, e anche il perfezionamento della malolattica (che trasforma acido malico in acido lattico e ammorbidisce i vini). Da allora nulla è stato più come prima e sono nate Barbere importanti, strutturati, longeve. Alcune da far invidia al vitigno vicino, il Nebbiolo (che, al contrario, è ricco di tannino).

Asti, Alba e Nizza

Il territorio d’elezione più importante per la Barbera è sempre stata la riva sinistra del Tanaro e in particolare l’astigiano (leggere Mario Soldati per credere). E dunque la Barbera d’Asti, più che la Barbera d’Alba (territorio più vocato per il nebbiolo, dove però i produttori diversificano con la Barbera). Ma c’era bisogno di una nuova denominazione, a complicare il tutto? Secondo i produttori sì, perché la Nizza è l’eccellenza della Barbera d’Asti. E perché ha un disciplinare più rigido. La Barbera d’Asti può contenere un minimo dell’85% di Barbera e per il resto le varietà Freisa, Grignolino e Dolcetto, da sole o insieme. Anche se molti produttori preferiscono vinificare in purezza. Ed è questa la scelta del Nizza: solo Barbera in purezza. A questo si aggiungono le basse rese e l’esposizione a est o sud-est.

La prevalenza del territorio

Non ci si fa caso, spesso, ma i grandi vini derivano da certi vitigni ma soprattutto traggono origine e specificità da un territorio. Ci sono vitigni che sono particolarmente vocati per un’area, vedi il Nebbiolo nelle Langhe, il Pinot nero in Borgogna, il Syrah nel Rodano. Altri sono più generosi e faciloni e si fanno prendere un po’ ovunque (cabernet, merlot, sauvignon etc). Ma se è vero che un vino lo fa il territorio, allora è giusto e utile dargli il nome di quel territorio o comunque identificarlo con un nome che sia relativo a un’area ristretta. E’ un rischio certo. Perché il consumatore (e certi ristoratori) scelgono spesso “La Barbera“, come se non ci fosse differenza. E i più avveduti arrivano a chiedere “la Barbera d’Asti”. Ma il Nizza? La relativamente scarsa conoscenza del territorio può far perdere clienti, in chi cerca una Barbera d’Asti (che dal 2014 non è più in etichetta, anche se è in bottiglia). “Invece stiamo andando molto bene – spiega il presidente dell’Associazione Gianni Bertolino – E lo si capisce sia dalle vendite, sia dall’apprezzamento che hanno subito i terreni dei 18 Comuni”. E fa anche un esempio, per capirsi: “Avete presente il Gavi? Da quando si chiama così, è cambiato tutto”. E in effetti il Gavi (da Cortese in purezza) è diventato Docg nel 1998 (era doc dal 1973): negli ultimi dieci la produzione è raddoppiata e il consumo è cresciuto di molto.

La citazione

A questo punto ci sta una citazione del grande Walter Massa, che nel 2011, in un’intervista a Marzia Pinotti (“La Barbera è femmina”) diceva: “A livello enologico/comunicativo la Barbera non dovrebbe esistere. E sono recidivi, ad Asti, dove fanno un vino con la barbera tra i più riconosciuti, la Doc Nizza, invece di chiamarla così, semplicemente e brevemente, continuano a toppare in comunicazione, con l’intento di prendere tutti i target, dalla massaia al sommerlier superfigo, dalla Gdo alle enoteche di San Francisco. E sbagliano, perseverando a chiamarla Barbera d’Asti superiore Nizza”. Esempio perfetto di analisi non a posteriori e profezia illuminate.

I migliori Nizza 

Sempre arbitrarie le classifiche, ma segnaliamo tre tra i migliori Nizza, a nostro giudizio. A cominciare da quella del pioniere, Alfiero Boffa.

Dacapo – Ca ed Balos
Prodotto dalla vigna Dacapo di Agliano Terme. Impostazione tradizionale, bassa resa per ettaro, dodici mesi in barrique di rovere, malolattica e altri dodici mesi di riposo in legno. Non è filtrato. Vino strutturato, con sentori di etereo, noce, liquirizia e cannella e un finale persistente e speziato.
Prezzo: 2015 su bevibeneasti.it 17,8 euro

Le Nicchie – La Gironda
Strutturato e persistente, sentori di vaniglia, caffè, liquirizia. Un vino ben bilanciato ed equilibrato
Prezzo: 2014 su callmewine.com 19.8 euro

Olim Bauda 
Forse il nostro preferito. La vigna è a Incisa Scapaccino. Matura in botti grandi di rovere per 30 mesi ed è un vino complesso, profondo, persistente ed equilibrato
Prezzo: 2015 su callmewine 23.5 euro

La Riva – Alfiero Boffa 
Pioniere del Nizza (la sua famiglia fa Barbera dal 1800), Alfiero si presenta con una cravatta con grappoli d’uva: “E’  sangiovese, l’ho comprata 40 anni fa, loro erano già avanti”. Il suo Nizza La Riva fa 24 mesi di tonneau di rovere francese e 24 mesi in bottiglia. “Non c’è fretta”, dice saggiamente. Ne esce fuori un’ottima Barbera, profonda e coinvolgente.
Prezzo: 2012 su vinifurbi.it 13 euro