
Mu Dim Sum Milano, tel. 338 358 2658. Aperto da poche settimane, è il nuovo ristorante cinese in zona Centrale (via Caretto 3, angolo Fabio Filzi), che punta tutto sulle piccole porzioni, i dim sum appunto.
Piatti mignon, tradizionali cantonesi, che in carta sono affiancati da riso, noodles e portate principali di carne e pesce che solo in pochi casi (i ramen, un branzino intrecciato in tempura, il modaiolo black cod, l’uso del tè matcha) strizzano l’occhio alla tendenza fusion che contamina i locali orientali meneghini.
Ad accogliervi, Suili Zhou, moglie di Liwei Zhou di MU Fish a Nova Milanese, insieme al maître Egidio Giovannini. In cucina Kin Cheung affiancato da Zhang Qinglong, uno dei “senatori” tra i cuochi cinesi di Milano, e dal pasticciere Lin Yi-Kuan. Ai cocktail un nome che in città è una certezza, il barman Franco “Tucci” Ponti che crea drink in abbinamento a molte delle proposte in carta.
Ai tavoli, tanti i clienti cinesi – che è sempre una garanzia – ed è stato avvistato anche qualche esponente della concorrenza.
Si parte, naturalmente, dai dim sum che, come ormai noto, non sono solo ravioli, anche se ce ne è una proposta più che varia. Tra quelli a vapore (ogni porzione è composta da 3 pezzi) abbiamo assaggiato delicati Har Gao, pasta cristallo ripiena di gamberi (7 euro), Shāo Mài Classici con pasta all’uovo, pollo, funghi e gamberi (6,50 euro), ravioli al ragout d’anatra piccante (7 euro). Tra le proposte che non ti aspetti anche Mezzaluna nel bosco, pasta cristallo con ripieno di funghi e tartufo (8 euro), e Astice Matcha (10 euro). Per chi ama i piatti in brodo, i ravioli Szechuan piccanti e gli Shuǐ Jiǎo ripieni di manzo contano entrambi 8 pezzi, a 10 euro.
Ma, come si diceva, i piattini sono di tanti tipi diversi. Il Pollo di Perla è un fagottino di foglia di loto che racchiude riso glutinoso al curry, pollo e gamberetti: un piatto insolito, assaggiato di rado a Milano, qui nella sua espressione migliore (6 euro). L’Osmanto Egg invece profuma del fiore tipico cinese e, a sorpresa, sposa il fois gras (7 euro).
I bao sono soffici panini al vapore ripieni di carne di maiale caramella. Il Black Char Siu Bao ha l’impasto al carbone e preziosi tocchi d’oro (3,50 euro).
I cinesi fanno anche i cannelloni, tagliati a trancetti (si mangia pur sempre con le bacchette) e farciti. Si chiamano Cheung Fun: noi abbiamo provato gli Youtiao ripieni di pane fritto (tra l’altro, uno dei pochissimi piatti fritti che troverete, essendo quella di Mu Dim Sum una cucina essenzialmente a vapore), ma ce ne è anche una variante alle verdure (7 euro, come gli Youtiao) e due alla carne, maiale o manzo, a 8 euro.
Per chi ama le sperimentazioni ardite, Fèng Zhuǎ sono zampe di gallina al vapore con soia nera fermentata, da rosicchiare scartando nel modo più elegante possibile i mille ossicini. Interessante la trippa di manzo al vapore con cipolla e zenzero e insolitamente delicate (sempre a vapore) le puntine di maiale alla soia del Szechuan. Sono tutti piattini, e costano tutti 5 euro.
Se fin qui si è giocato con quelli che, nella nostra logica occidentale, potrebbero essere considerati “antipastini” (virgolette d’obbligo), il momento di riso e noodles può essere assimilato al nostro primo. Le bowl sono ciotole di riso al vapore con guarnizioni varie: pancetta e verdure fermentate (10 euro), anatra alla pechinese (12 euro), veg con edamame e avocado (9 euro). Tra i noodles, promettono bene gli spaghetti Mu Style con carpaccio di filetto di manzo e verdure (16 euro).
Tra i piatti principali di carne, su ordinazione la Pecking Duck: a richiesta (al momento della prenotazione) diventa protagonista di uno show dello chef che la porziona al tavolo, servendola con verdure, salsa e crespelline. Il tutto per 16 euro a persona.
Chi non vuole scegliere in anticipo cosa mangiare a cena può optare, tra le altre carni, per il manzo al pepe al profumo di tartufo (18 euro) o per un classico Dong Po: pancetta di maiale a bassa temperatura con salsa piccante (8 euro), oppure per un piatto di pesce come i gamberi di giada, avvolti in cetriolo (14 euro), o l’elaborato astice affumicato al pepe rosa su un battuto di granchio, gamberetti essiccati e carote (25 euro).
Dulcis in fundo, una proposta di pasticceria furba che mixa Oriente e Occidente. Non mancano i mochi – nuovo Dio d’amore degli amanti della cucina fusion: bocconcini soffici al mango e cocco, costano 6 euro.
Tra i dessert più strutturati, da provare il Lychee cheesecake o la Bavarese alle nocciole (entrambi 8 euro). Per rinfrescarsi, un classico piatto di frutta o un gelato in gusti esotici (tè matcha, sesamo, zenzero, mandarino), a 6 euro.
Consigli per l’uso. Leggete il menu, che riporta curiosità su diversi piatti e segnala in molti casi che è possibile l’abbinamento con uno dei cocktail di Tucci (a 10-12 euro), dall’Old Shangai (Tallisker Skye, caramello al pepe di Szechuan, kumquat, bitter al cioccolato) al Thai Bird (sake, foglie di kaffir lime, latte di cocco e miele).
La carta dei vini esce dai soliti schemi per portavi non solo in Francia ma anche in Austria, Slovenia e persino in Georgia con un Rkatsiteli 2016 Pheasant’s Tears – Kakheti, vinificato e affinato in anfore (36 euro).
Nell’attesa che arrivino cibo e bevande, o come scelta a tutto pasto, un tè saprà predisporvi o accompagnarvi nella degustazione. Della selezione in carta è responsabile Suili, che ve ne racconterà storia e segreti. Noi abbiamo assaggiato un Jin Jun Mei maltato, mieloso, agrumato, con una nota di pane tostato e burro. Mentre per la sera è indicato il Tie Guan Yin, con poca teina (tutti i tè a 8 euro).
Del resto, da Mu Dim Sum sul tè puntano molto, tanto che il locale è aperto ininterrottamente dalle 12 alle 24 e invoglia a pause pomeridiane pigre e golose: ravioli e affini nella cucina cinese sono spuntini adatti a tutte le ore, abbinandoli magari a una tazza di Lapsang Souchong profumato da boccioli di rosa. Infine, ricordate: quando arrivano i piatti, non perdete tempo a rimirarli e – soprattutto – a instagrammarli: seppure molto graziosi e fotogenici, se si raffreddano (in particolare, ravioli e cannelloni) perdono gran parte dell’appeal.
Mu Dim Sum, via Caretto 3 (angolo via Fabio Filzi), Milano. Tel. 338 358 2658, Pagina Facebook