Santa Elisabetta Firenze, ristorante di lusso nella torre della Pagliazza. Una sala a pianta circolare, con soli sette tavoli per cene gourmet nel cuore di Firenze. Nel Medioevo la torre era un carcere femminile. Si raccontano storie di fantasmi di quanto avvenuto nelle segrete che ora ospitano un piccolo museo. Ora c’è un ristorante al primo piano dell’Hotel Brunelleschi, dove Dan Brown ha ambientato alcune scene di “Inferno”.
Santa Elisabetta Firenze è un ristorante di lusso nella torre bizantina della Pagliazza, uno degli edifici più antichi in città. Cenare qui è come prenotare un tavolo in un museo. La torre sorge sulle rovine di un calidario romano di cui si trovano ancora testimonianze nel basamento. Nel Medioevo ospitò un carcere femminile: le donne erano costrette a dormire su pagliericci, da qui il nome. La leggenda dice che i fantasmi delle detenute si aggirano ancora nelle segrete, la notte di Ognissanti. Ora nel basamento è ospitato un piccolo museo, con i reperti archeologici trovati durante i restauri.
Nel corso dei secoli il penitenziario venne trasformato in campanile, fino ai restauri in tempi recenti che riportarono la torre all’originario splendore. Ora l’edificio è parte dell’hotel Brunelleschi e ospita al primo piano il ristorante Santa Elisabetta: sette tavoli per un’esperienza gourmet singolare. L’albergo è citato da Dan Brown sia nel “Codice da Vinci” che in “Inferno”, girato a Firenze pochi mesi fa e in uscita nelle sale a metà ottobre 2016. L’albergo per questo propone l’Inferno Experience.
Il ristorante, al primo piano, è in una stanza a pianta circolare. Le finestre si affacciano su piazza Santa Elisabetta. Candelabri in argento e candele si stagliano sul grigio delle pareti in pietra. In cucina c’è Rocco De Santis, chef trentenne con la passione per il mare. Il menu è un perfetto mix di piatti di carne e di pesce, con un’attenzione particolare per vegetariani, vegani e celiaci.
Gli antipasti (19-27 euro) propongono il mosaico di acciuga in quattro versioni: dalla marinata al gelato e la triglia gratinata al basilico con crema di peperoni gialli e gelato. La tartare di manzo si sposa con le melanzane affumicate, l’uova di quaglia e la ricotta salata e il coniglio ha un cuore di foie gras con chips di patate viola e gelatina al pepe. Il piatto veg è un’insalata estiva con aceto di lamponi.
Pasta fresca ripiena e rivisitazioni di grandi classici per i primi (21-26 euro). Si va dalle tagliatelle di riso con ragù di verdure e sesamo ai tortelli di pasta all’uovo ripieni di crostacei e basilico con crema di fave e menta e pomodorini datteri. Da segnalare lo spaghetto Benedetto Cavalieri con frutti di mare, concesse di pomodoro e schiuma di prezzemolo.
Da provare la Carbonara del Sant’Elisabetta, con tagliolini di pasta fresca al pepe e pecorino, uovo e guanciale e salsa affumicata. Un piatto sempre in carta, proprio perché ben caratterizza il locale.
Fissa in carta, e non potrebbe essere diversamente, anche la bistecca alla fiorentina (la carne è di di fassona piemontese). I secondi (23-32 euro) propongono infine il tris di maialino al latte con zucchine, crema di cipolla rossa e spuma bernese, il petto d’anatra laccato alla “Blanche de Namur” con gelato alla birra. Da segnalare è proprio l’uso del gelato gastronomico come abbinamento in molti dei piatti proposti. Un omaggio, anche questo, alla tradizione fiorentina dato che l’invenzione del gelato è attribuita a Bernardo Buontalenti, architetto al servizio dei Medici.
Lo chef Bonadonna, origini siciliane e un’esperienza maturata al ristorante “Lunaria” del Green Park Resort di Tirrenia, dimostra la sua passione per i piatti di pesce con il trancio di ombrina al timo con maionese al lime e la ricciola arrostita al sesamo con albicocca disidratata e salsa di rucola. Piatto veg con tufo grigliata, frutta e verdura per un piatto ribattezzato “Il bouquet”.
I dolci (8-12 euro) cambiano quasi ogni giorno a seconda delle stagioni e sono preparati in casa come pasta fresca e pane. La carta dei vini è davvero ricca e ben fornita con una selezione di etichette che dedica grande spazio ai vini toscani, a cominciare dagli Antinori. Per gli amanti delle bollicine bottiglie italiane ma soprattutto francesi con lo champagne Perrier-Jouet in testa. Servizio attento e accurato.
Al pianoterra c’è l’Osteria della Pagliazza, che propone una cucina toscana con prodotti di nicchia della filiera corta o appartenenti a presidi Slow Food (antipasti 19-22 euro, piatti toscani 19-27 euro). In carta c’è spazio però per piatti di respiro più internazionale come la Caesar Salad e il Club Sandwich (17-29 euro) e anche per il pollo Halal. Per l’autunno lo chef Bonadonna sta predisponendo un menu in cui la pasta fresca, in particolare ripiena, avrà un posto di rilievo. Una quarantina di coperti, tra sale interne e dehors esterno. Da segnalare la presenza anche del Tower Bar, aperto da mattina a sera.
Ristorante Santa Elisabetta, piazza Santa Elisabetta, 3 Firenze. Tel. 055 27370. Sito