
Eataly e MangiAmi
di Ilaria Mazzarella e Veronica Dolce
Amici lettori single, dal cuore e stomaco generoso, buone forchette e bevitori (poco) moderati. Ci rivolgiamo a voi. Vi è mai capitato di aver trovato una tipa che sembrava giusta e non essere riusciti ad andare oltre il primo appuntamento dopo una cena disastrosa? O di aver dovuto scartare quel tipo belliffimo perché quando ha scelto il ristorante siamo inorridite (e magari abbiamo pure diviso il conto)? Bene, tirate su le antenne. “L’app di dating che ti permette di trovare i partner compatibili secondo i tuoi gusti culinari, per la vita o solo per una cena”, recita il post su Facebook del colosso Eataly. Funziona così: carichi una foto col tuo cibo preferito, cerchi tra i partner quello che più di ispira, chatti e ti dai un appuntamento. Una trovata magnifica al passo con i tempi? Un tinder formato food? Ma aspettate ad aprire iTunes. Si tratta di un pesce d’aprile. Sigh.
Quando saper far ridere non basta più, per salvare l’amore non sarà sufficiente una favola. Ai tempi del foodporn la vita si fa dura per il sesso forte, o magari no. Ve lo immaginate Richard Gere che invece di strisciare l’American Express da Boulmiche, in Santa Monica Boulevard, entra da Eataly e ricopre Julia Roberts di pistilli di zafferano e nocciole del Piemonte? No. Per quanto se Pretty Woman lo avessero girato oggi la scena sarebbe plausibile. Che sia un ritorno alle origini o un richiamo ancestrale all’atavica figura del cacciatore, quello che fa breccia oggi nel cuore del donne si scalda sui fornelli. Funziona meglio delle affinità elettive, è più calzante delle fazioni di Divergent: vegetariani con vegetariani, filiera corta con filiera corta, sushi everyday con sushi everyday. Dimmi cosa ti piace mangiare e ti dirò con chi dovresti uscire.
Ci ha visto lungo il team di Farinetti e ci ha tirato un brutto scherzo, come pesce d’aprile ci ha fatto credere che avremmo potuto agevolmente trovare l’anima gemella in punta di forchetta. MangiAmi, l’app che prometteva di garantire il match come sposalizio gastronomico. Ah, se solo l’inventore di Tinder avesse avuto una nonna capace di coccolarlo a suon di cotolette! A quest’ora l’iconica fiammella avrebbe ben altra ragion d’essere. Ma davvero siamo tutti pronti a mettere il cuore sul piatto?
Così è, se vi pare. In un mondo che corre i goderecci si sono buttati sul cibo, ma l’altro godimento si sa, è sempre in agguato. E allora se il lavoro è tanto e il tempo stringe, l’amore lo cerchiamo dove si può. In coda al supermercato per esempio. E cosa c’è di più bello che sbirciare nel carrello di un altro e scoprire che mangia proprio i tuoi stessi cereali al mattino? E quella battuta al coltello? Un estimatore, come lasciarsi scappare un estimatore? Due gomitate alla sciura che rovista tra lo scatolame e via, di corsa verso il colpo di fulmine in salsamenteria. Amore tra gli scaffali dunque, con buona pace dell’ecommerce, che per la corretta salvaguardia della specie saprà farsi da parte. Ma non di sola intimità è fatta la coppia. Allora vien da sé, che la colazione si fa in casa e la cena al ristorante. E se l’occasione fa l’uomo ladro, l’uscita gourmand fa la donna esigente.
Ragazzi di oggi, deponete le torpedo blu, che non fan più clamore, ma scegliete con cura la location. Aiutateci ad aiutarvi, rivolgetevi agli esperti in caso di empasse, ma non commettete mai l’errore di farvi cogliere impreparati. Nuove aperture, locali esotici, concept innovativi, quello che volete, ma siate sul pezzo. Non lasciate nulla al caso. E poi parlate, raccontateci di queste meraviglie del palato che ci apprestiamo a gustare e che, diciamolo, sanno subito di sensualità.
Coccolate le vostre Principesse, che siano tipe da Ceviche o da Tex Mex, perché l’uomo è cacciatore o ai tempi nostri più che altro, faccia almeno un po’ di scouting.