Identità golose come Eataly all'Expo 2015 senza bando. Aveva già suscitato non poche polemiche l'assegnazione per affidamento diretto di due padiglioni di Expo 2015 Milano al colosso di Oscar Farinetti, Eataly, per la "riproduzione in scala" di 20 ristoranti, uno per ogni regione. Ora si scopre che la stessa procedura si è tenuta per Identità Golose di Paolo Marchi, che realizzerà un temporary restaurant con 200 chef di fama internazionale all'Esposizione universale di maggio. La motivazione? Alquanto discutibile, a quanto spiega Valerio M. Visintin, il critico mascherato, su Mangiare a Milano.
Visintin su Identità Golose a Expo*
"E poi scopri che il caso Eataly, fonte di polemiche e di zuffe, non è un episodio isolato. Anche Magenta Bureau è presente all’Expo senza il setaccio di un bando di concorso.
Che cos’è Magenta Bureau? La società che, da un paio di lustri, apparecchia a Milano Identità Golose, congresso della cosiddetta “alta cucina” orchestrato dal giornalista Paolo Marchi. Con “Identità Expo” (variante nominale coniata per l’occasione), Magenta Bureau ha goduto di un trattamento analogo a quello concesso al colosso farinettiano: “Affidamento diretto per l’unicità dell’impresa”.
Rispetto a Eataly, enormemente più limitati gli spazi. E diversa la missione gastronomica.
Identità Expo avrà due piani e 110 coperti per servire pranzi e cene firmate da star della cucina nazionale e internazionale. Si pagheranno 75/90 euro (vini inclusi). E il ricavato andrà al 90% nelle casse di Magenta Bureau, impresa che si avvale di un pacchetto di sponsor personali, a cominciare dalla Nestlè (tramite il marchio S.Pellegrino). Mentre il restante 10% sarà appannaggio di Expo.
Da Magenta Bureau ci fanno sapere, inoltre, che non verseranno un euro di compenso ai cuochi reclutati, ma “solo il rimborso delle spese vive”. Va detto, infine, che si tratta di una wild card formalmente legittima, passata al vaglio dell’Autorità anticorruzione presieduta da Raffaele Cantone.
Benone. Fin qui, le certezze e i relativi numeri. Più opinabili le motivazioni che determinerebbero la fatidica “unicità”, chiave d’accesso agli onori dell’Esposizione. Expo giustifica la scelta dichiarando che Magenta Bureau “è l’unica organizzazione in grado di far lavorare insieme i grandi chef stellati”.
L’unica? Se è davvero così, bisognerebbe spiegarlo a quanti mettono in piedi cast non meno astrali per convegni gastronomici dislocati in tutta Italia. A parte il fatto che, a occhio e croce, un invito all’Esposizione Universale non sembrerebbe richiedere diaboliche opere di persuasione presso i “grandi chef”.
Possiamo ragionevolmente ipotizzare che la squadra di Identità Golose sia la meglio attrezzata per questo tipo di impegni? Forse. Ma non sarebbe stato più trasparente determinarlo tramite regolare concorso?"
*Tratto da Mangiare a Milano Corriere della Sera