Pompi a Roma chiude (ma solo la storica sede di via Albalonga). La notizia è arrivata come una bomba. E dopo le prime reazioni di sconcerto – "Noo, come faremo senza il suo tiramisu?" – sulla rete si è scatenato il popolo dei detrattori. Perché, in effetti, non rimpiangeremo granché il suo tiramisù, di certo non il migliore di Roma (e comunque acquistabile nelle altre sedi di Pompi). E soprattutto non rimpiangeremo il caos a base di doppia e tripla fila (vedi Romafaschifo) e l'atteggiamento non proprio civico del proprietario.
L'annuncio della chiusura è stato dato con un cartello polemico contro un po' tutti: municipio, residenti della via e pure i cinesi. Non una grande mossa, che gli ha attirato diverse antipatie.
La nuova viabilità aveva da poco ristabilito l'ordine in via Albalonga, prima vessata dalle auto in sosta in doppia e tripla fila, determinando un drastico calo di avventori. Così grave, per il proprietario, da rendere necessaria la chiusura dell'attività con vendita ad acquirenti cinesi.
La solidarietà ai dipendenti licenziati è ovvia e si spera che possano essere assunti dal nuovo locale che aprirà all'Eur. Quanto al nuovo locale, se sarà un ristorante cinese speriamo sia di qualità. Ai clienti che si fanno scoraggiare dal problema parcheggio, si ricorda che c'è una comoda metropolitana, Re di Roma, a pochi metri.