Pizza napoletana a Report. E' rivolta sul web contro Milena Gabanelli e il reportage sul piatto tipico partenopeo. In prima fila gli alfieri della pizza napoletana di qualità, da Gino Sorbillo ai fratelli Salvo. Ma si fanno sentire anche i politici: il sindaco in disgrazia Luigi De Magistris e il presidente della Regione Luigi Caldoro. Tra ironia e rabbia, tutti insieme appassionatamente contro il programma di Raitre, che dopo il caffè ha ostato toccare un altro caposaldo della cultura gastronomica napoletana. Complotto? O giusto reportage sui danni potenziali di una pizza malfatta?
Uno dei primi ad aver anticipato il grido d'allarme "Non toccate la margherita" è stato il blog di Luciano Pignataro. Già il 4 ottobre scorso – quando a circolare era solo il teaser della trasmissione – sul suo sito si scriveva di un nuovo attacco alla napoletanità. In una logica che (nel confronto con gli utenti) ha finito per riproporre il più classico degli scontri: "Nord vs Sud d'Italia". Un commentatore non è d'accordo: "Ma ve la ricordate la terra dei fuochi? Report è l'unico esempio di giornalismo di denuncia in Italia. E' sbagliato pensare che sia tutta una mossa denigratoria dell'industria agroalimentare del Nord". Pignataro replica: "Non c'è una sola analisi ufficiale che segnala l'inquinamento dei prodotti campani. Anzi, presentano valori ottimali rispetto a quelli di molte altre regioni. Come le uova nella Val Padana presentano tracce di diossina ben superiori ai limiti di legge".
La rivolta dei napoletani, dopo il servizio di Report, è proseguita istituzionalmente. E infatti il sindaco (o sospeso tale) Luigi de Magistris l'indomani ha subito twittato: "Amo la pizza! Evviva i pizzaioli napoletani!". E l'altro, il presidente della Regione Stefano Caldoro, l'ha seguito con un tweet ugualmente celebrativo: "Oggi #pizza. Qui a #Napoli, in #Campania un'eccellenza, unica al mondo".
Ma dalle istituzioni della politica a quelle della pizza il passo è breve. Il pizzaiolo Gino Sorbillo in un video di Fanpage illustra come preparare una buona pizza napoletana che non abbia idrocarburi. E si scatena anche sulla rete, chiamando a raccolta (in difesa del prodotto) gran parte del gotha della pizza.
Via twitter anche Michele a Forcella, protagonista del reportage, e prima pizzeria partenopea (per fila, storia e bontà) si difende dall'accusa di non infornare la pizza migliore di Napoli.
Dulcis in fundo, dal lato est della città, a San Giorgio a Cremano, c'è anche Francesco Salvo a dire la sua. Il pizzaiolo, che insieme al fratello Salvatore, ha una delle pizzerie più rinomate di Napoli e provincia, ripubblica lo status del professor Antonio Limone dell'istituto zooprofilattico di Portici: "Le pizze analizzate nel loro insieme non contengono una quantità tale di cancerogeni da destare preoccupazione (…) La quantità di benzoapirene, sostanza cancerogena è inferiore a 0,5 nanogrammi per grammo, a fronte dell'1,51 indicato da Report". I dati di Report, quindi, a detta dell'istituto regionale, non sarebbero poi così sicuri e scientificamente provati.
Qualcuno ha detto "Una risata vi seppellirà" ed è quello che Ciro Salvo della pizzeria 50 Kalò di piazza San Nazzaro avrà pensato. Il pizzaiolo ha inventato la pizza Report per ricordare che così "bella bruciata", prima della trasmissione, non si era mai vista.