Il Mercato di Mezzo a Bologna ha inaugurato due settimane fa. La struttura ottocentesca che un tempo ospitava i banchi del mercato coperto del cosiddetto Quadrilatero di Bologna, oggi è uno spazio cross-over, principalmente destinato a degustazioni enogastronomiche. Com’è tradizione per tutte le novità a Bologna, la riapertura è stata accompagnata da un dibattito a tratti anche molto acceso tra gli entusiasti e i detrattori. Un dibattito che è ancora vivo e sul quale abbiamo tentato di fare il punto, sentendo anche il parere degli operatori storici del Quadrilatero, cuore pulsante del commercio al dettaglio bolognese.
Nato dopo l’Unità d’Italia nel Quadrilatero, il quartiere sotto le due torri dalla vocazione commerciale e artigiana già dal Medioevo, pur non essendo l’unico mercato coperto della città è quello più antico e, per tanti versi, il più amato dai bolognesi. Questo almeno fino al 2008 quando, dopo molti anni di decadenza e la chiusura della maggior parte dei banchi, la ASL di Bologna – proprietaria dell’immobile – decide di non rinnovare gli ultimi contratti e chiudere la struttura, ormai fatiscente. I lavori di ristrutturazione partono nel 2012 e vedono protagonista CoopAdriatica che si accolla i costi di restauro, lievitati a 5,6 milioni anche a causa del terremoto (comprendenti anche gli 800 mila che sarebbero stati a carico della proprietà; Coop li detrarrà in 12 anni dal canone annuo di 166 mila da pagarsi alla Asl).
Quello che vede la luce il 10 aprile scorso, tuttavia, è un luogo molto diverso dal vecchio mercato amato dei bolognesi e in città molti hanno storto il naso: scomparsi i banchetti di frutta e verdure, oggi la sede ospita dei punti vendita di prodotti di qualità che possono essere consumati anche sul posto. Parliamo di alcune botteghe dell’area bolognese come il Forno Calzolari di Monghidoro, la celebrata macelleria Zivieri di Monzuno (vendita di fresco, sottovuoto, e cottura al momento), la pescheria del Pavaglione (insalate di mare, friggitoria, spiedini di pesce) ma anche grossi gruppi come Alcisa (affettati, tigelle, ma anche hot dog con wurstel Senfter), Granarolo (presente con la gelateria e la pasticceria di Gino Fabbri) e la stessa Coop (due punti vendita: prodotti Fior Fiore e vineria). Non può mancare, tra gli altri, Eataly che battezza la propria pizzeria al piano rialzato, costruito appositamente per aumentare la metratura non generosissima della struttura. Chiude la lista delle presenze la birreria di Baladin, nei sotterranei.
Un recupero riuscito, dunque? Cominciamo riportando un aspetto positivo e diciamo che i numeri dell’affluenza danno per ora ragione agli investitori: è presto per i dati di fatturato ma dall’apertura l’afflusso è stato notevole, con picchi durante i pasti e all’aperitivo; la posizione centralissima, effettivamente, aiuta.
Le critiche però non si sono fatte attendere: chi non ha apprezzato la realizzazione tecnica del restauro, con la creazione del grande piano rialzato e una nuova pavimentazione in granito rosa che dovrebbe riprodurre un’antico fondo stradale; chi politicamente non gradisce la presenza dei marchi Coop e Eataly; chi trova il risultato finale molto simile a un supermercato, giusto un po’ più posh, sintomo dell’inarrestabile appiattimento in chiave commerciale del centro storico; chi, semplicemente, avrebbe amato ritrovarlo com’era ai bei tempi. Posizioni giustificate? Per quanto riguarda il restauro non ci esprimiamo ma ribadiamo che lo spazio del mercato, in origine, non era amplissimo arrivando a poco più di 500 metri quadri e lo sforzo è stato di sfruttarlo il più possibile. Per quanto riguarda la presenza della GDO, Coop e il buon vecchio Farinetti, c’è da dire che a questo giro hanno tutto sommato lavorato in punta di fioretto: se da un lato Coop ha messo i soldi nel progetto, infatti, dall’altro ha cercato un dialogo con Ascom e, quindi, con i piccoli e storici commercianti del Quadrilatero che infatti, intervistati, hanno dimostrato di essere pressoché unanimemente favorevoli alla riapertura: per alcuni versi un traguardo storico. E se Coop ha evitato di occupare tutto lo spazio a disposizione, al limite della mimetizzazione del brand, gli stessi commercianti fanno piazza pulita di ogni nostalgia: tutti sono concordi nel dichiarare che un nuovo mercato a banchi tradizionali sarebbe stato fallimentare. “I banchi non li prende più nessuno: si riempirebbero di stranieri e addio bolognesità”. Per quanto riguarda il risultato complessivo, quindi, possiamo dire che obiettivamente appare ingenerosa l’etichetta di ‘supermercato’ di lusso e riconoscere al nuovo Mercato di Mezzo il merito di un tentativo d’ibridazione tutto sommato coraggiosa della GDO con piccoli e medi produttori, innovando rispetto al solito copione di Davide contro Golia; un’ibridazione che stenta tuttavia a offrire un’esperienza di acquisto e di gusto davvero innovativa. E questa, scava scava, è la madre di tutte le critiche: il nuovo Mercato di Mezzo è un posto per turisti.
Al netto del livello qualitativo dei punti di ristoro infatti, che in attesa di poter sperimentare diamo per buono, ci pare molto difficile che una proposta del genere, seppur non disprezzabile, possa far breccia nel cuore dell’abitante del centro – tanto più se foodie, gourmet o buongustaio che dir si voglia. Si stenta a immaginare perché qualcuno dovrebbe affezionarsi all’idea di gustare un tagliere di salumi e crescentine in un punto vendita Alcisa, prendere un cono da Granarolo o un bicchiere di vino a un bancone Coop. In tal senso appare decisamente più centrata l’apertura della pizzeria Eataly che idealmente completa l’offerta della dirimpettaia Eataly Bologna presso la Coop Ambasciatori e, con forno a legna e ingredienti di prim’ordine, promette pizze di qualità (che ci promettiamo di recensire al più presto) in un’area cittadina dove le buone pizzerie scarseggiano. Il piano inferiore risulta meno invitante anche perché in definitiva un po’ più oppressivo, in grado probabilmente di offrire un buona soluzione per la pausa pranzo o per uno spuntino veloce, ma senza grandi voli pindarici.
Possiamo concludere che il Mercato di Mezzo è una realizzazione che ha il grandissimo merito di aver riqualificato una porzione importante del centro di Bologna dopo anni di degrado ma che, ai palati più raffinati, lascerà probabilmente l’amaro in bocca per non aver potuto e voluto osare di più.
Mercato di mezzo, via Drapperie, Bologna