Verde Pistacchio a Roma non è solo la gelateria dell'erede di Fassi, il Palazzo del Freddo. Ma è soprattutto un cocktail di tradizione e creatività. O meglio, potremmo dire, un guscio di energia con un cuore di tradizione. Mi imbatto in questa gelateria dopo aver ammirato i Mercati di Traiano, passeggiando in una delle vie più trafficate di Roma. Tra il marasma di turisti balza all’orecchio una musica allegra, una vespa con un simpatico logo e un’esplosione di colore. Questo è il biglietto da visita di Verde Pistacchio (da non confondersi con l'ominomo ristorante vegeterariano dell'Ostiense), gelateria artigianale nata a novembre e già diventata un punto di riferimento in via Nazionale. Già dall’esterno l’impatto visivo è notevole: Van Volkswagen che fa da bancone e cassa bagnata da un verde che dona un’aura distensiva rendendo il momento del gelato un’esperienza che va oltre il sapore.
I due giovani titolari diffondono lo slogan principale, stupire. Uno stupore che rinnova e non assopisce la curiosità con sigle e riconoscimenti che, seppur meritevoli, rischiano di influenzare il giudizio personale e di non far apprezzare la semplicità dei sapori.
Complice un social network, il gioco è fatto. L’operazione è semplice: Max + Andrea = un mix di colori e sfumature che funziona. Andrea, figlio d’arte (erede dell'istituzione Fassi), e Max che cura la parte di marketing e comunicazione, hanno voluto rischiarare il grigiore della crisi con un verde tenue, come quello del seme di pistacchio stretto nel suo guscio. La domanda sorge spontanea: che cosa spinge un rampollo ad abbandonare la sua corte? Andrea ci racconta di come il desiderio di sperimentare e forse anche di sconvolgere le regole l’abbia spinto a cercare la novità e l’autonomia uscendo dalla protezione del “Palazzo del freddo” e incontrando l’estro creativo di Max, giungendo così alla formazione di una diade così diversa quanto complementare. Il giovane gelatiere, mentre rievoca dolci ricordi (come ad esempio il lancio di palette del mastro gelataio di Fassi), ci trasmette tutta la sua preoccupazione per la perdita di passione e lo svilimento che l'arte del gelato sta subendo, per l’aumento del consumo a scapito della qualità. Quello che cerca di fare Verde Pistacchio, invece, è di evitare la strada del già fatto ma creare qualcosa che non è mai stato visto, esplorare nuovi gusti, abbinamenti, facendo tesoro della tradizione ma tuffandola della creatività. Seguendo “linee folli” e il “business dei colori”, come lo definisce Max, sembra che la coppia voglia discostarsi dall’imponente immagine di Fassi, ma allo stesso tempo portare dietro come bagaglio l’impegno e la dedizione che hanno permesso al famoso bisnonno, pioniere del gelato, di creare un impero dal nulla.
Se fosse un film, potremmo intitolarlo “Alla ricerca della base perfetta”; oltre all’originalità e la ricercatezza nel design trapelano l’impegno e l’accuratezza nello studio degli ingredienti e nella creazione dei gusti e delle basi, tanto che Andrea tra i suoi abbinamenti curiosi e i suoi “esperimenti” ha pensato di utilizzare come addensanti l’amido di mais o di riso. Non manca la varietà nella scelta: in sfilata nelle carapine conto circa 20 gusti, tra i quali 4 dedicati alla frutta, con un mango e i frutti di bosco davvero notevoli, come appena raccolti.
Gli esperimenti avventurosi si traducono nel gusto persiano (infuso di cardamomo, legno di rosa e granella di pistacchio persiano) di un sublime che intriga e nel greco, dove alla granella si accompagna lo yogurt e il miele di millefiori. Il pistacchio (presente anche nella variante con pistacchio californiano), raccolto e lavorato nel consorzio di Bronte, non smentisce le aspettative, lecite dato il nome della gelateria, conquistando le mie lodi al primo colpo. Non mancano i sapori tradizionali, fanno capolino quindi lo zabaione e il nocciolato, vera calamita per i più golosi.
Tra le novità di famiglia arriva il Tristacchio (3 euro), un tramezzino mignon scaldato al momento, composto da semifreddo alla vaniglia con scaglie di cioccolato e bagna di frutti di bosco. Un’ottima idea per chi non si accontenta del gelato!
Questa miscela sorprende e incuriosisce con la sua energia, l’intraprendenza e le tante idee di due giovani che hanno avuto il coraggio di fare uscire i sogni dal cassetto e trasformarli in realtà. Per raggiungere la standing ovation manca una spinta di acceleratore in più sulle creme, che personalmente ho trovato a tratti poco decise di sapore.
Bonus: Personale cortese. Pistacchio da provare.
Malus: No posti a sedere.
I voti di Puntarella
Gelato: 7 – (attendiamo il riscatto delle creme)
Servizio: 7
Ambiente: 7,5
I prezzi:
Cono/coppetta: da 2,50 euro (panna inclusa)
Gelato: 20 €/kg
Verde Pistacchio, Via Nazionale 239, Roma. Tel. 06.4894421