AGGIORNAMENTO 25-03-2014. Niente sfratto per il Caffè della Pace a Roma. O almeno così dovrebbe essere dopo l'incontro di ieri in Prefettura tra i proprietari e il Comune. E' stato riconosciuto il valore di "Bottega storica" del locale, ritrovo in passato di artisti e punto di riferimento per chi visita la città.
Avviso di sfratto per il Caffè della Pace, lo storico locale di Roma, dietro piazza Navona, ritrovo per turisti, abitanti del centro, meta prediletta, in un passato non troppo lontano, di artisti, poeti e scrittori. Un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, mentre tutto intorno aprono bar con le luci al neon e banconi strabordanti di panini e gelati finti. Per salvarlo c'è una petizione on line, una raccolta firme al bancone del locale e la mediazione in atto del Comune di Roma.
E' una corsa contro il tempo. Da un momento all'altro la famiglia Serafini, che gestisce il Caffè della Pace da oltre 40 anni, potrebbe vedere arrivare gli ufficiali giudiziari pronti a far sgomberare i locali. Nonostante rientri nell'albo delle botteghe storiche, infatti, la proprietà, l'Istituto Teutonico Pontificio di Santa Maria dell’Anima, vorrebbe far nascere nello stabile un albergo. Un hotel, quindi, dove Ungaretti o Monicelli amavano sostare. Un andirivieni di trolley al posto dei tavolini risalenti al 1891.
Ma a via della Pace è un via vai di persone che portano alla signora Daniela e ai suoi 30 collaboratori attestati di stima e di solidarietà. Dalle 11 alle 13 si può trovare proprio lei, la storica proprietaria, dietro il bancone pronta ad offrire ai clienti, ai visitatori e ai sostenitori che vorranno firmare l'appello un flut di prosecco e qualcosa da mangiare. Di firme al momento se ne contano 5mila. L'obiettivo è di arrivare a 50mila, per poi presentarle al sindaco Marino. Prima che lo sfratto diventi esecutivo e Roma perda un altro pezzo della sua storia.
Foto di Lucio Perotta
Caffè della Pace, via della Pace 3/7, Roma. mail@caffedellapace.it Sito