Green T. a Roma: i colori e gli odori della Cina, rispettando il Fengh-Shui

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"Green T. a Roma? Il miglior ristorante di Pechino non è migliore di questo ristorante romano". Parola del ministro dell'Ambiente cinese Zhou Shenxian. Parla di un locale piccolo, molto chic, all'apparenza quasi anonimo, ma che in realtà custodisce un enorme tesoro di cultura e di sapori, a due passi da piazza del Pantheon. “Green t.” è il regno di Giacomo Rech, romanissimo, e di sua moglie Jiang Yan – una delle migliori chef di tutta la Cina. La loro scommessa è stata quella di esportare, forse tra i primi in Europa, la vera cucina cinese, ma allo stesso tempo raccontarne la storia e la sua evoluzione. Scommessa vinta con grande successo, a nostro avviso.

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Che la vera cucina cinese non sia quella degli involtini primavera, dei ravioli al vapore e del pollo al limone lo sanno ormai anche i muri. Ogni Paese occidentale possiede una propria cucina cinese autonoma, completamente diversa l'una dall'altra, a seconda, ovviamente, degli usi e costumi dei paesi in questione. E così in Italia un Wan Ton non avrà mai lo stesso sapore di un suo simile negli Stati Uniti, così come in Francia. La colpa, o forse il merito, di questo sta nell'assoluta contraddizione culturale-economica che la civiltà cinese ha portato avanti nei secoli, da quando è iniziata l'immigrazione di massa verso l'Occidente. Una civiltà molto chiusa e devota alle tradizioni, alle filosofie, ai linguaggi d'origine, ma allo stesso tempo estremamente aperta al mercato e ai gusti occidentali.

Ma cos'è, allora, la vera cucina cinese? “Green t.” si ispira totalmente alla filosofia cinese del Fengh-Shui, una branca del Taoismo che si basa essenzialmente sull'armonia dei sensi, del tempo, dello spazio e dei colori. Anche la cucina deve rispettare i valori del Fengh-Shui. E' impossibile spiegare in poche righe di cosa si tratta, ma basta dire che qui tutto è rivoluzionato, a partire dai sensi: nella cucina Fengh-Shui il gusto è il meno importante, mentre fondamentali sono la vista e l'olfatto.

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I colori e gli odori, dunque, necessari alla ricerca dell'armonia. Ed ecco allora che gli antipasti, come la Selezione di Spuntini Dian Xin del Guangdong (20 euro), ti permettono di entrare piano piano nello spirito di quella che, più che una semplice cena, diventa una vera e propria riscoperta dell'io e dei propri sensi. Involtini di sesamo e gamberi, di maiale, wan ton alle alghe di mare, da guardare, odorare ed infine gustare.

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Forse una sola esperienza non permette di comprendere fino in fondo i veri piaceri di questa particolare cucina, e qualche volta il gusto prevale. E, nonostante i colori magnifici dei piatti e l'odore unico di spezie e cotture, in qualche occasione ho riscontrato qualche piccola nota stonata, come nel caso del Riso Nero (10 euro), cotto al vapore, avvolto in una foglia di loto, leggermente colloso, o come nel Maiale del Grande Timoniere (17 euro) – il piatto preferito di Mao Tze Tung – un po' troppo salato. Dettagli, appunto, errori, come quelli che ogni allievo commette di fronte al maestro durante il suo percorso di apprendimento.

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Ma dove questi piccoli errori non si mostrano, ecco che l'armonia ti avvolge, come nel caso del Tonno al Wok (17 euro), oppure nell'Anatra Laccata alla Pechinese (30 euro a persona, ordine minimo: 2 persone), che qui viene rigorosamente servita come vuole la tradizione, in tre portate: pelle (sgrassata al vapore del Forno Verticale), zuppa e carne. Altro compagno di viaggio irrinunciabile è il Tè, da abbinare a seconda dei piatti ordinati. Noi abbiamo provato quello al gelsomino: delicato, perfettamente in armonia ( e come non avrebbe potuto esserlo?) con i colori ed i profumi della nostra tavola.

Una delle poche concessioni che il cliente può ottenere è quella del vino – grande cantina, con il Ciliegiolo SassoTondo del 2008 sopra tutti -, ma in fondo, se ci pensiamo bene, il vino è quell'elemento della tradizione alimentare occidentale che si avvicina di più ai concetti del Fengh-Shui, e alla rivoluzione dei sensi.

Usciti dal locale ci si ritrova felici, ma allo stesso tempo pieni di malinconia, come al ritorno da un viaggio dove si è scoperto un altro piccolo pezzo di mondo.

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* Il 30 gennaio ricorre il capodanno cinese, e si entrerà nell'Anno del Cavallo. Per l'occasione Green t. organizzerà un grande cenone a tema. Per informazioni sui costi del menu e per prenotazioni telefonare al numero: 06 6798628

Green t., via Piè di Marmo 28, Roma. Tel. 06.6798628 Sito