L'Ambretta, che apre oggi nel quartiere Garbatella di Roma, è un oggetto complesso, che si autodefinisce Eno-Cibo-Libro-Teca.
Ma cos’è L'Ambretta? Il nome allude, oltre che al celebre motorino, alla parte più piccola del Teatro Ambra alla Garbatella. E poi è una struttura multifunzionale, come si intuisce dal nome di eno-cibo-libro-teca. L’ideatore del format si chiama Valter Casini, presidente della Morris Casini e Partners, società di consulenza di cultura e entertainement, che spiega: “L’Ambretta vuole essere una cittadella in cui si degusta teatro, cinema, musica, arte. Fra amici si deve bere un buon bicchiere di vino sincero. E parlare di cose belle. E per accompagnare il nostro pensare, il nostro stare assieme, il nostro bere dovevamo decidere quale tipo linea editoriale dare al mangiare. Allora, quando mi hanno chiesto di concettualizzare il bere e mangiare degli Amici del Teatro Ambra, e quindi de L’Ambretta, ho detto: vino che ti fa star bene e non ti ruba soldi, materie prime di grande qualità frutto del sapiente lavoro dell’uomo, di ogni regione, di ogni territorio”.
Una realtà creativa in cui ogni spazio trova una funzione: si mangia, si beve, si va al cinema, si ascolta musica, si consultano libri, ci si conosce e si scambiano opinioni. Insomma l’imperativo sembra essere quello della “partecipazione attiva”, con attività, eventi ed iniziative finalizzate ad un coinvolgimento a 360 gradi. In forma alquanto originale.
Ad esempio c’è l’Ambriprivé, un ex abside in cui su un grande divano sociale in pelle nera ci si confronta e si discute.
E per un tête-à-tête c’è il T42 (tea for two), dove la privacy è garantita da una tenda rossa un po’ lynchiana e l’atmosfera dalla lampada che cambia colore premendo i tasti sul telecomando.
L’ambracadabra è lo spazio più eclettico: si proiettano film, si tengono presentazioni di libri, si organizzano concerti. C’è persino l’amplificatore Marshall di Eric Clapton.
La sala adibita a mangiare e bere è leggermente rialzata, di fronte al bancone. Tavoli disposti su due lati, scaffali di sinistra espongono bottiglie di vino, quelli di destra libri e cd in consultazione e vendita. L’iniziativa più particolare è la possibilità di cenare gratuitamente per poi dar voce alla propria esperienza personale sul locale. I protagonisti sono i cosiddetti Ambrassador, volontari che, dopo aver superato un breve e semplice test sull’enogastronomia, si sono iscritti al panel Food & Wine Tester di MC&P .
L’ambrolatorio offre pinse, piadine, pane carasau di ogni genere. E ancora una vasta selezione di affettati, come prosciutto delle Langhe grigliato alle erbe, mortadella Favola cotta ed insaccata nella cotenna, Culatello delle colline parmensi, speck di cavallo, tanto per citarne alcuni. E formaggi da abbinare a gelatine, confetture e miele. Ma anche pesce, come polpo alla gallega, o carne, come la versione locale dell’hamburger, “l’Ambrugher”, e la tartare di chianina scottona. Non mancano dolci e gelati artigianali della casa. Una simpatica legenda sul menu permette di scegliere la porzione desiderata: dalla forchetta per degustare, il piatto per mangiare, il cestino per portar via.
L’Ambretta è aperto tutti i giorni dalle diciotto alle due.
L'Ambretta, piazza Giovanni da Triora 15, Roma. Tel. 3381137099 Sito