
Usini, ristorante e friggitoria Torvaianica, si sa, non è esattamente un posto chic. In più capita talvolta che dei simpatici figuri ne inseguano altri con in mano attrezzi da lavoro a forma di coltello. Ma c'è un fascino da non sottovalutare, nascosto sotto il degrado. E così, tra palazzi in eterna costruzione, gru in piena spiaggia, uomini stanchi e dolenti abbattuti su muretti roventi, ci si può aggirare con un certo piacere. Soprattutto quando, da questa fatica di vivere, emerge una luce fioca ma ben visibile: si chiama Usini, dal nome della famiglia proprietaria, che gestisce anche una pescheria a Pomezia. Abbinata preziosa, perché consente al ristorante Usini di mettere in tavola pesce fresco con un ottimo rapporto qualità/prezzo.
Oltrepassata Ardea, dopo essersi aggirati per un po' sulla strada principale di Pomezia, eccoci sulla spiaggia di Torvaianica: barche abbandonate, relitti, impalcature di legno fradicio, pochi bagnanti abbrustoliti al sole.
Le palazzine del lungomare, lastricate di sabbia e qualche sacco di spazzatura.
Uomini in canotta riposano su muretti di un certo pregio, baciati dal sole.
Poi spuntano scheletri bianchi imponenti, circondati da palizzate antiche come i lavori che non finiscono mai.
Proprio di fianco allo scheletro bianco, ecco un'insegna un po' retrò: Ristorante Usini, specialità pesce.
Un'occhiata all'interno. Tavoli lindi, apparecchiati con i tovagliolini a fiore.
Ed eccoci nel dehors. Sedie di plastica e tovaglione blu, grandi ombrelloni e piantine sui tavoli.
Ci sediamo e facciamo due chiacchiere con i proprietari. Il ristorante è gestito da Armando Usini e dalla moglie Mina, conosciuti in zona come commercianti del pesce dal 1985. Gente laboriosa, che combatte contro troppi nemici: "Se provi a rimettere ordine, ad abbellire, te lo vietano. Ma poi non fanno nulla: i lampioni del vialetto per accedere al ristorante ho dovuti metterli io. Ma in teoria è vietato".
Ma alla fine il ristorante c'è, è bello e guarda il mare. Noi guardiamo il menu e i piatti che arrivano in tavola. Grande varietà tra gli antipasti: si può scegliere una selezione (purtroppo si chiama "sfizi", ahi ahi) cotti (18 euro) o crudi (20). Sautè di cozze (6) o di vongole (9); alici ripiene di mozzarelle fritte (5 pezzi a 8 euro), polpette di pesce dal cuore tenero (5 a 8 euro); ostriche (3,5 a pezzo)
Il menu dello chef Alessandro prevede tra i primi il classico "spaghetto alle vongole" (10 euro), gnocchi alla crema di scampi (12); pennoni rigati ricciola e pachino (14); tagliatelle all'uovo paglia e fieno calamaretti e carciofi (14); spaghetto scampi rossi e bottarga (14). Tra i secondi "trionfo" (eh va beh) di pesce grigliato (18 euro), calamari grigliati (14), frittura mista con paranza (16), rombo in crosta di patate (18). E naturalmente il pescato del giorno. Le mezze porzioni di primo costano il 30 per cento in meno.
Alla fine, usciti soddisfatti da un locale semplice, familiare, ma di qualità, ci si può finalmente abbattere sul muretto colorato e guardare il cielo, tra fumi di chardonnay.