Watson, il pc che cucina come uno chef

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Un palato raffinato, come quello di un computer. Può sembrare paradossale e un tantino inquietante, ma il futuro – nemmeno tanto lontano – potrebbe passare da qui. Ma il cervellone elettronico che inventa ricette è già realtà. Si chiama Watson ed è la punta di diamante dell’americana Ibm: diventato famoso per aver vinto un popolare quiz televisivo negli Usa, dopo aver fatto da insegnante a dei medici in ospedale, adesso si dedica anche alla gastronomia e ha già creato una ricetta in collaborazione con un famoso chef di Manhattan.

Watson, che ha una potenza di elaborazione complessiva pari a quella di seimila personal computer, nel 2011 ha sbancato “Jeopardy”, il più popolare dei quiz show americani, sconfiggendo due campioni in carne ed ossa. Dalla tv alle sale operatorie passando per la finanza, il computer chef ha una tabella di marcia serratissima. Ora sta collaborando con la Cleveland Clinic, in Ohio, per “imparare” nuove terapie mediche mentre con il Memorial Sloan-Kettering Cancer Center di New York, sta sviluppando un’applicazione che aiuti a trovare il miglior trattamento per i pazienti affetti da cancro al polmone, seno o prostata. Con la Glaxo sta studiando l’impiego di nuove sostanze nei farmaci contro la malaria. Grazie ai progetti con Citigroup e Wellpoint, sta invece affinando le sue conoscenze finanziarie. E la cucina? Su questo punto Watson è ancora un neofita, ma comunque di grande talento.

Per realizzare la sua prima ricetta, Watson ha studiato insieme allo chef James Briscione imparando oltre 20 mila piatti e innumerevoli dati e dettagli sulla chimica degli alimenti, sul gusto e sugli odori preferiti negli Usa e nel resto del mondo. Il suo primo incarico è stato quello di creare un dolce per la prima colazione, basandosi sui sapori della cucina spagnola, che fosse fuori dall’ordinario ma salutare. Nella ricetta per il dolce, Watson ha messo cacao, zafferano, pepe nero, mandorle e miele e niente burro, giudicato poco salutare. Lo chef Briscione ha poi aggiunto olio vegetale per poter fare l’impasto e il risultato è stato servito alla conferenza dell’Ibm degli analisti di Wall Street a San Josè, in California.

Un semplice piatto, un grande passo per l’umanità? Forse sì. Perché il dolce di Watson è una sorta di dimostrazione pratica dei progetti che l’Ibm sta portando avanti nel settore “Big Data”. Un filone tra i più innovativi del settore industriale internazionale. Per capirne l’importanza basta pensare che al lavoro ci sono oltre 9.000 analisti e 400 matematici, per una previsione di fatturato di almeno 16miliardi di dollari. Niente male per una “semplice” torta al cacao.