Teutonico: viva Trilussa (e la pajata)

“Tanti buoni, tanti belli, ma di eccellenze ben poche”. Sergio Maria Teutonico, già protagonista Chef per un giorno, voce di Radio Capital e Radio Deejay e amico di Puntarella Rossa, lo dice a bassa voce, per non risultare sgarbato, però lo dice. “A Roma per mangiare bene la cucina romana bisogna avere la fortuna di avere qualche amico che abbia ancora in casa una vecchia zia o una nonna che si ricorda come si fanno certe cose… altrimenti niente”.

Possibile che non ci sia un posto, un locale, un chiosco, niente?

“Magari c’è, però il problema è che ogni due o tre anni i posti cambiano, gli chef girano, ed è veramente difficile fare qualche nome”.

Noi sono due anni che giriamo, qualcuno ne abbiamo trovato…

“Ok, allora un nome lo faccio anche io: a me piace la Taverna Trilussa di Trastevere. Però devo anche dire che è molto turistico, come a Roma capita sempre con i posti buoni. Comunque lo ripeto, la cosa migliore è l’amico con la nonna”.

Cosa ti faresti preparare?

“Ma… adesso mi commuovo. Ho vissuto dieci anni a Roma. E quella cucina mi è rimasta in testa come un chiodo. Il piatto principale è la Coda alla vaccinara. Modestamente quella che faccio io è una specie di capolavoro. Un monumento alla Coda alla vaccinara. Ricordo che durante una puntata di Chef per un giorno, un vip la mise in menu e il critico quasi si mise a piangere. Fece dei complimenti quasi imbarazzanti. A fine puntata l’assaggiai: aveva ragione”.

Ti rendi conto dello scoop che ci hai dato? A chef per un giorno non cucinano i vip ma lo chef… Incredibile! Chi era il vip?

“Non me lo ricordo più, è stato cancellato dallo splendore della Coda”.

Altri piatti?

“Quasi tutti quelli che non si mangiano più. La pajata, che è buonissima, la trippa. Ma anche l’abbacchio alla scottadito… La soddisfazione di sceglierne uno bello e buono e poi cucinarlo è straordinaria. E poi, ovviamente, le puntarelle”.

Non fare il piacione.

“No giuro. Dico davvero. Le ho scoperte a 18 anni, facendo il militare ero finito a Roma, l’unico posto al mondo dove ha senso mangiare le puntarelle. La prima volta me la ricordo ancora come se fosse oggi. Non le conoscevo e la cosa divertente è che già facevo lo chef. Mi si è aperto un mondo”.