La piazzetta è deliziosa, il dehors adorabile, il desco squisito. Dopo avere sdoganato i tre aggettivi più atroci a disposizione nel nostro arsenale lessicale, possiamo andare al sodo e dire che Grano, con qualche difetto e qualche incertezza, è uno degli indirizzi più sottovalutati della città. Non dagli ospiti illustri della sinistra gourmet, che avvistiamo appena entrati: la sala principale è nobilitata dall'elegante barba di Eugenio Scalfari, che si gusta la cucina di Grano intorno a una tavolata di ossequiosi commensali. La sala degli specchi nasconde un gagliardo Furio Colombo, giovane promessa del giornalismo nostrano (e della politica).
L'ambiente. Una nota non del tutto positiva arriva dall'ambiente, allestito dal designer Enzo Apicella. A suo favore va la mancata parentela con il cantore berlusconiano, a suo demerito i paesaggi campestri coltivati a grano e i ghirigori da parete che vorrebbero imitare Basquiat e che invece evocano pericolosamente scarabocchi infantili. Il pavimento di parquet, trattato con cementite candida, ha già perso smalto con un effetto che sembra voluto ma non lo è. L'Apicella ha reso i tre locali che compongono Grano molto bianchi, troppo bianchi, e anche un po' troppo freddi, a causa di un'illuminazione eccessiva.
La cucina. A discapito dell'ambiente, Grano offre però una cena di tutto rispetto. Nato nel 2007 da un'idea di Danilo Frisone e Saverio Crescente, entrambi meridionali, il ristorante offre un menu mediterraneo. Piatti della tradizione, rivisitati con sensibilità nuova e qualche scelta originale. Stranezze divertenti, come la cacio e pepe che diventa risotto, la pasta e ceci con le vongole, il risotto alla carbonara. Il menu presenta combinazioni di piatti di carne o pesce con degli antipasti che variano dal polpo arrosto in un letto di farro, alla bufala campana. Una fiacca tartare non convince del tutto, molto meglio l’altezzosa spigola con spuma di patate, la rana pescatrice con pomodorini, le polpette di brasato. Tra i primi, raccomandati dallo chef, spaghetti con guanciale, cime di rapa e pecorino; fettuccine con guancia di vitello e San Marzano, paccheri triglie e porcini e il risotto cacio e pepe con petto di quaglia e carciofi. Non siamo dalle parti dell'alta cucina, e non tutto è all'altezza, ma è comunque una cucina stimolante e divertente.
Prezzi Non sono affatto modici, ma neanche spropositati. Qualche esempio: carpaccio di baccalà 10,50; tartare di tonno 21; polpo arrostito 10,50; rana pescatrice alla puttanesca 11,50; ricciola con crema di melanzana 18,50; involtini di spada 16,50; tiramisà con salsa alla nocciola 6. Caffè 2, pane 1,5, acqua 2
Bonus: l'ottimo dehors nella bellissima e trascurata piazza Rondanini.
Malus: la freddezza degli ambienti interni
I voti di Puntarella
Cucina 6/7
Ambiente 6,5
Servizio 6,5
Prezzi: medi
Ristorante Grano, piazza Rondanini 53. Tel 06.68192096. Sito. Aperto tutti i giorni
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