Potevano mancare i Puntarella’s awards? Non potevano. Ed eccoli qua, in tutto il loro splendore. Naturalmente nello spirito di Puntarella: prendeteli per quel che sono, una traccia, uno spunto, un consiglio. Non oro colato, né frutto di ricerche scientifiche, né di valutazioni oggettive e incontrovertibili (del resto, neanche quelli degli altri…).
I riconoscimenti
Puntarella d’Oro: Settembrini
Qualità / Prezzo: Osteria di Monteverde
Novità: Vino e Camino
Solidità: Trattoria Monti
Cucina romana: Taverna Trilussa
Sottovalutato: Satollo
Alla Carriera: Roscioli
Straniero: Per Cento
Pesce: Gensola
Pizzeria: La fucina
Da asporto: Tricolore
Decor: Zoc
All’aperto: Os Club – Hostaria
Formaggi: Beppe e i suoi formaggi
Carne: Bottega Liberati
La pasticceria: Cristalli di zucchero
La gelateria: Gelateria dei gracchi
La birreria: Open Baladin
A domicilio: Magiordomus
Brunch: Bocca di dama
Blog culinario: Dissapore
Romanità becera: Gianni e Pepe
Scortesia: Danilo
Tpt, Trappole per turisti: Maccheroni
Come evitare le Tpt: Casa Coppelle
Piatto tradizionale: pizza mortadella e fichi, Enoteca provinciale
Trattoriaccia: Laboratorio 3
Menzioni speciali: Le Tre Zucche, Osteria dell’Arco, Flavio al Velavevodetto
Qualità / Prezzo: Osteria di Monteverde
Si può aprire un ristorante nuovo in una zona non turistica, con cibo di qualità e prezzi più che bassi? E per di più essere travolti da un grande successo? Fate due chiacchiere con Fabio Tenderini e Roberto Campitelli, ex Ditirambo, e capirete come si fa.
Piatti: carbonara di broccoli, animelle glassati, grissini fatti in casa e minitiramisù.
Novità: Vino e Camino
Da Bracciano con furore, un nuovo indirizzo all’insegna di una cucina solida e un ambiente rassicurante. Uno dei pochi ristoranti di livello, senza nessun tipo di pretesa, in un centro cittadino ormai preda di trattoriacce e trappole per giapponesi.
Piatti: zuppe, farro a risotto con radicchio trevigiano, involtini di indivia con le capesante
Solidità: Trattoria Monti
Ha visto passare gli anni di piombo, gli effimeri anni ’80, gli incolori ’90 e ha superato il 2010 con l’imperturbabile grazia di chi sa e non si spaventa di nulla. La famiglia Camerucci continua a rappresentare, con la sua cucina marchigiana e un ambiente pulito e illuminato bene, una certezza nel panorama romano.
Piatti: Olive ascolane, ciauscolo, mezze maniche con salsiccia e pecorino di fossa, vitella al latte, tortino di mele con crema di zabaione.
Cucina romana: Taverna Trilussa
E’ nel quartiere più turistico (del mondo?) e per questo spesso è sottovaluto. Ma nel desolante panorama delle trattorie tradizionali, la Taverna Trilussa mantiene un equilibrio perfetto tra primi piatti ricchi e abbondanti (serviti in padelle sbilenche), romanità un po’ chiassosa e un dehor tra i più tranquilli e piacevoli.
Piatti: supplì, fiori di zucca, coppiette di cavallo, rigatoni alla norcina, coda alla vaccinara.
Sottovalutato: Satollo
Difficile trovarlo nelle vette delle classifiche delle guide e anche il passaparola cittadino non ha funzionato granché. Eppure Satollo è un porto sicuro per un’ottima cucina piemontese, servita con grazia e amorevolezza da una solida coppia, nel lavoro e nella vita, Davide e Chiara.
Piatti: Agnolotti ripieni di fonduta di Bra con burro d’alpeggio, Battuta di manzo La Granda con tortino di Certosa e rucola, guance di vitella brasate con Nebbiolo e polenta. E ottimo tiramisù in barattolo.
Alla Carriera: Roscioli
Che dire di più di quella che è universalmente riconosciuta come un’istituzione romana, tempio dell’enogastronomia? Niente, se non che tornarci è sempre un piacere, se non un dovere.
Piatti: spaghettoni con tonno rosso dell’Isola di Vulcano, zuppa di cipolla e foie gras, noci di cappesante bretoni su crosta di sale nero hawaiano, ostriche Belon 000, acciughe del mar Cantabrico, hamburger di Fassona, cannolo alla Siciliana con Ricotta Romana di pecora e canditi
Straniero: Per Cento
Aperto da pochi mesi, si è imposto subito all’attenzione per una cucina mediorientale ricca di influenze e complessa, preparata da una giovane chef israeliana, Michal Levy.
Piatti: ravioli ripieni di frutti di mare in latte di cocco e cannella, dentice alla Quinoa, agnello neozelandese.
Pesce: Gensola
Un’altra conferma per un ristorante di pesce dall’atmosfera piacevole e un caotica, con prezzi che lievitano con il successo ma una qualità inalterata. Servono con simpatia Claudio e Irene
Piatti: Amatriciana di Pata negra, spaghetti ai ricci di mare, coda di rospo con purè di mele
Pizzeria: La fucina
Molto più di una pizzeria. Aperta nel marzo del 2009, ha rivoluzionato il settore, proponendo pizze di grande qualità, a prezzi superiori (da 10 a 25), con ingredienti tradizionali ma anche originali come ciauscolo, patate julienne e mele cotte, salmone dell’Alaska, crema di ceci, cicorietta di campo con colatura d’alici e acciughe di Cetara.
Da asporto: Tricolore
I prezzi sono alti, altissimi, 14 euro un panino, ma chiamarli panini è davvero riduttivo. Si tratta di piccole opere d’arte realizzate con cura e con ingredienti e materie prime eccezionali. Tricolore è un Ufo cittadino, panetteria e scuola di cucina, un oggetto difficile da decrittare. Ma un po’ d’aria fresca non può che fare bene.
Panini gourmet: baguette con culatello di zibello, pane al cavolo nero con zuppa di zucca, pane di mais con uovo di Parisi e tartufo di Acqualagna
Decor: Zoc
Gemello diverso di Urbana 47, ne riproduce l’ambiente chic-choc, modernariato, chincaglierie, mobili d’epoca, poltrone, riuscendo a evitare il pericolo del kitch. E soprattutto, a differenza di Urbana, riesce a produrre una cucina originale e divertente, all’insegna della mixitè culturale e della sperimentazione.
Piatti: spaghetti di ragout d’agnello, berberè e ricotta infornata, kebab di coniglio porchettato con puntarelle, pastiera di farro con zenzero candito, ravioli cinesi ripieni di coda alla vaccinara e salsa di cacao
All’aperto: Os Club – Hostaria
Un nuovo strabiliante complesso, là dove c’era un campo di calcetto, di fronte alla sede di Azione Giovani (ahi): due ristoranti, uno di altissimo livello, Iolanda, e uno di ottimo livello, l’Hostaria. Prezzi molto elevati, che di solito portano all’esclusione da Puntarella Rossa, ma stavolta facciamo un’eccezione per la bellezza del posto e soprattutto per il giardino: aspettiamo primavera con ansia per approfittarne.
Formaggi: Beppe e i suoi formaggi
Nuova sfolgorante creatura della filiera nata dalla famiglia Bleve, già titolare di Casa Bleve. Beppe e i suoi formaggi nasce sulle ceneri della Bottega del Vino, aperta 30 anni fa da Gino e Antonio, nipoti di Anacleto Bleve. E’ il trionfo dei formaggi, come da insegna, quasi a inseguire le analoghe botteghe transalpine. Non a caso si trovano molti prodotti francesi, dai vini al foie gras.
Piatti: formaggio di capra Le Catal
Carne: Bottega Liberati
Aperta dal 1963 è la macelleria per antonomasia. A conduzione familiare, antica ma modernissima, vende carni biologiche e non: vitello allevato con il latte, chianina biologica, coppiette di cavallo. Ma anche tortellini fatti in casa, uova di Parisi, primosale di latte crudo di pecora comisana, pane biologico di Sambuco.
La pasticceria: Cristalli di zucchero
Pasticceria bomboniera che gode di un meritato e continuo successo. Ottimo spazio esterno per una colazione o una cioccolata pomeridiana. Dolci di ogni tipo e soprattutto, quasi introvabili a Roma, gli straordinari macaron
La gelateria: Gelateria dei gracchi
Alberto Manassei firma una certezza per il gelato romano: riso e miele, meringa al pistacchio, ricotta e pere, crema di pinoli, mandorla tostata al profumo d’arancio, cioccolato cubano al rhum
La birreria Open Baladin
Andrea De Bellis in pasticceria, Gabriele Bonci in cucina, Open Baladin è molto di più di una birreria: è un bellissimo spazio che offre la bellezza di cento birre artigianale, ma anche un’ottima tartare, patatine chips e hamburger di qualità
A domicilio: Magiordomus
Spesa biologica a chilometro zero è una di quelle frasi che cominciano a far venire le bolle. Per fortuna lo slogan che usano è un altro: “Romani, non v’affaticate”. E in effetti Magiordomus è uno straordinario servizio di consegna a domicilio di Magiorbag direttamente davanti alla porta di casa, entro le 7.30, con tutti i migliori prodotti della campagna romana.
Brunch: Bocca di dama
Una pasticceria di classe nel quartiere di San Lorenzo, che offre un brunch raffinato, perfetto per mature signore, giovani fanciulle di classe e ragazzotti che vogliono evitare la sbobba che spesso ti rifilano nei brunch, non esattamente una specialità romana.
Blog gastronomico: Dissapore
Non un sito enogastronomico, ma Il sito. La nouvelle vague dei foodblogger ha un punto di riferimento ed è questo. Una rivoluzione fatta di notizie, commenti, dibattiti, liti da strada, approfondimenti scientifici, cazzeggi e controcazzeggi. L’equivalente dell’avvento di Dan Peterson nelle telecronache sportive: Numero uno.
Romanità becera: Gianni Cacio e Pepe
Pancetta carbonizzata, chiazze d’olio che inquinano la cacio e pepe come in un ecodisastro. Cancellata la retorica della buona vecchia trattoria familiare dei tempi andati, resta un declino malinconico.
Scortesia: Danilo
Spiace declassare Danilo, osteria a lungo nelle vette della classifica di Puntarella, ma la bontà della sua carbonara e dell’antipasto misto e del dolce Gasperino, rischia di essere oscurata da un drastico peggioramento nel servizio, sempre più sgarbato, e nella quantità dei piatti. Il tutto condito dall’assenza di ricevute fiscali. Andare in vetta non è facile, restarci ancora meno. Peccato.
Tpt, Trappole per turisti: Maccheroni
Come trasformare la bellissima piazza delle Coppelle in un ricettacolo di ratti, di musicisti di strada, di locali leopardati e trattorie psedostoriche. Maccheroni
Come evitare le Tpt: Casa Coppelle
Basta informarsi, annusare l’aria, leggere Puntarella Rossa e scoprire che proprio accanto alla trappola per turisti c’è il nuovo Casa Coppelle, ottimo ristorante-bistrot di cucina romano-francese, che garantisce una serata di buon livello gastronomico in un ambiente moderno ma non lezioso.
Pizza prosciutto e fichi: Enoteca provinciale
Quando gli enti pubblici non sono solo burocrazia cieca, magna magna e concorsi truccati. L’enoteca provinciale offre una pizza mortadella e una pizza prosciutto e fichi (quando è stagione) che ti stendono.
Trattoriaccia: Laboratorio 3
Trattoriaccia di periferia, con tavolacci e decor pas trop chic: ma gli arrosticini sono un sogno. Mangiarne a decine di decine, ammonticchiare gli spiedini e giocarci a shanghai…